Allo studio un vaccino contro il colesterolo

Il colesterolo cosiddetto cattivo, che è causa di eventi cardiovascolari seri come infarto e ictus, potrebbe essere combattuto con un vaccino. Finora testato su topi e scimmie con risultati soddisfacenti, non arriverà però in commercio prima di una decina di anni



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Un vaccino non solo contro i virus ma anche contro il colesterolo. Alimentazione squilibrata e ricca di grassi, vita sedentaria sono i principali responsabili di alti livelli di LDL, ovvero il colesterolo cosiddetto cattivo, che è causa di eventi cardiovascolari seri come infarto e ictus. Combattere questo rischio è una sfida della medicina.

La prescrizione tradizionale è la statina, un farmaco che ne inibisce la produzione nel fegato riducendone i livelli nel sangue. Questa terapia tuttavia non è esente da effetti collaterali, alcuni pazienti non la tollerano mentre altri non riescono a raggiungere i livelli raccomandati.

Da qualche anno esistono altri farmaci quali gli inibitori della proteina PCSK9, che possono ridurre fino al 60-70% i livelli di colesterolo LDL. Ma, a differenza delle statine, sono molto costosi e vengono somministrati solo con iniezioni ogni 2 o 4 settimane.


Lo studio sul vaccino anti-colesterolo

La ricerca, però, sta facendo passi in avanti. Un pool di studiosi delle università del New Mexico e della California sta sperimentando un vaccino che potrebbe abbassare in modo efficace ed economico i livelli di colesterolo "cattivo". La ricerca è stata pubblicata su NPJ Vaccines e descrive il meccanismo di azione del farmaco.

A innescare il processo è una particella virale non infettiva, definita tecnicamente VLP, combinata con minuscoli frammenti di una proteina presente sulle cellule del fegato (PCSK9), nota per avere un’importante relazione con le LDL. Come accade con i vaccini tradizionali, si stimola la risposta anticorpale dell'organismo contro una molecola riconosciuta dal sistema immunitario come estranea o potenzialmente pericolosa. Vengono prese di mira parti della proteina PCSK9 stimolando il sistema immunitario a riconoscere l'antigene (le parti della proteina PCSK9) e ad attaccarlo. In questo modo determina una riduzione dei livelli di colesterolo.

Il vaccino è stato testato su topi e scimmie e ha avuto risultati soddisfacenti. La commercializzazione però è prevista non prima di una decina di anni. Sono necessari studi clinici sull’uomo che richiedono importanti finanziamenti.


La ricerca sulla prevenzione in Italia

La ricerca è molto avanti anche in Italia. Al recente congresso della Società Italiana di Cardiologia, è stato presentato uno studio su un prodotto che agisce sul metabolismo del colesterolo. Il farmaco rappresenta una prevenzione per persone che presentano un aumento lieve o moderato dei livelli di colesterolo e può rivelarsi utile in combinazione con la dieta e l’attività fisica. È a base di berberina, fitosteroli, polifenoli, trigonella, cioè fieno greco, ed estratto di carciofo ed è in grado di migliorare anche i trigliceridi, la glicemia e l’insulinemia.

Lo studio, della durata di tre mesi, è stato condotto in 36 soggetti che presentavano un colesterolo LDL compreso fra 115 e 190 mg/dl e un’iperglicemia a digiuno con valori compresi fra 100 e 125 mg/dl. Dopo una fase di reclutamento di due settimane in cui i partecipanti seguivano solo raccomandazioni dietetiche e di attività fisica, sono stati fatti un serie di prelievi dai quali è emerso una riduzione del colesterolo totale, di quello LDL e dei trigliceridi.

Questi risultati indicano la possibilità di rendere più efficace un intervento di prevenzione primaria. Si tratta di persone sane, in cui non è indicato il ricorso a un farmaco, ma in cui è comunque utile perseguire prima possibile una normalizzazione dei valori fuori target in quanto è noto che un’esposizione prolungata a livelli elevati di colesterolo espone a un rischio di eventi cardiovascolari.

gennaio 2024

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