I NUMERI VERDI DELLE REGIONI ITALIANE PER CHIEDERE INFORMAZIONI
Tra l'annuncio di pandemia da Coronavirus da parte dell'Oms e le nuove misure restrittive per l'Italia appena comunicate dal premier Giuseppe Conte, la situazione generale è davvero preoccupante. Ma, in attesa del vaccino, che richiederà ancora diversi mesi di studio, arriva una buona notizia: c'è una molecola, il tocilizumab, presente in un farmaco finora usato per la cura dell'artrite reumatoide, che si sta dimostrando efficace contro la polmonite interstiziale causata dal Coronavirus.
All'ospedale Pascale di Napoli alcuni pazienti in condizioni gravi, trattati con questo farmaco, sono migliorati nel giro di 24 ore. E adesso l'oncologo Paolo Ascierto il primo italiano a condurre la sperimentazione insieme ai colleghi della University of Science and Technology of China, ha chieso e ottenuto un protocollo nazionale per estendere l'impiego del farmaco anche al resto d'Italia. Il farmaco è già stato distribuito in molte Regioni per le prime sperimentazioni e da lunedì 16 marzo sarà sperimentato anche in Lombardia (Roche Italia, che produce il farmaco, lo sta fornendo gratuitamente ed è disponibile ad avviare uno studio clinico mirato).
Noi abbiamo raggiunto il professor Ascierto al telefono, ecco che cosa ci ha risposto:
Professore, è vero che c’è un farmaco sperimentale che funziona bene contro il Coronavirus?
«Sì. Stiamo sperimentando il tocilizumab, un farmaco biologico (è un anticorpo monoclonale, utilizzato per curare l’artrite reumatoide e altre malattie) su alcuni pazienti più gravi, cioè quelli intubati perché colpiti dalla polmonite interstiziale bilaterale, la conseguenza più letale del virus, quella che porta i pazienti in rianimazione», racconta il professor Ascierto.
Il tocilizumab è stato adottato anche in Cina
«I cinesi lo hanno utilizzato su 21 pazienti gravi che hanno avuto netti miglioramenti in 24/48 ore. Il nostro primo paziente italiano, intubato e in rianimazione in condizioni molto critiche, ha ottenuto miglioramenti respiratori tali da consentirne l’estubazione. In totale siamo a 6 pazienti in trattamento con questo farmaco e siamo davvero ottimisti».
ll tocilizumab sembra essere efficace proprio nei pazienti più gravi o che più spesso non sopravvivono
«A livello del polmone ci sono delle cellule del sistema immunitario», spiega il professor Ascierto. «Nel momento in cui arriva il virus si attivano, creando un'infiammazione importante. Alla base di questo meccanismo c’è l’interleuchina 6, un mediatore infiammatorio che viene ridotto dal farmaco al punto da “spegnere l’incendio” che provoca negli organi respiratori».
Grazie al tociluzumab sarà possibile anche prevenire la polmonite?
«È quello che suggeriscono di fare i nostri colleghi e collaboratori cinesi», precisa il professor Ascierto. «In realtà non si può parlare di prevenzione, perché il trattamento “preventivo” andrebbe fatto ai primi segnali di aumento di interleuchina 6, e quindi non in persone sane, ma in modo da evitare la terapia intensiva».
aggiornato il 15 marzo 2020
Fai la tua domanda ai nostri esperti