«Ero a Berlino per lavoro quando, durante la doccia, scoprii di avere un nodulo al seno. Non mi allarmai, ma contattai subito il medico per un controllo. La diagnosi arrivò velocemente, a fine marzo 2018. Era un tumore. Fu uno shock. Avevo solo 32 anni». Chiara De Pol racconta così, con estrema semplicità, misurando le parole, la sua malattia. Lo fa con la voglia, fortissima, di far conoscere la sua storia.
«Spero possa essere d’aiuto alle altre donne per maturare la consapevolezza che tutte possiamo ammalarci, in qualsiasi momento, e che quindi è importante pensare alla prevenzione fin da giovanissime».
Avevo voglia di liberarmene subito
«Dopo un mese avevo già fatto tutti gli esami ed ero stata sottoposta a una quadrantectomia, un intervento conservativo (viene tolto solo un quarto del seno). Poi, tra luglio e inizio agosto, la radioterapia. Tutto rapidissimo, per fortuna: al reparto di oncologia dell’ospedale di Trento sanno benissimo che chi ha un tumore vuole eliminarlo il prima possibile. È importante non solo a livello medico, per evitare che il male vada avanti, ma anche psicologico», spiega.
Nei boschi non mi sentivo malata
Uscita dall’ospedale Chiara voleva ritrovare un po’ di calma, di serenità.
«Immergermi tra i miei boschi, nella natura che circonda casa, mi pareva la scelta più semplice. Avevo voglia di sentire il profumo dei fiori, il cinguettio degli uccelli, il fruscio del vento sulle fronde, lo scorrere dell’acqua dei torrenti. Volevo muovermi, scrollarmi di dosso la sensazione di essere malata, ritrovare la mia forza fisica», racconta.
«Così ho iniziato a organizzare escursioni via via più impegnative. Sempre in gruppo. Parlavamo spesso del tumore, di come fosse stato possibile che io, così giovane, avessi potuto ammalarmi. Ed erano domande che mi ponevo anch’io. Mi sembrava di dare il massimo per avere una vita sana, eppure...».
Ho deciso di aiutare le altre donne
Così, passo dopo passo, a Chiara viene l’idea dei Trekking Rosa: passeggiate nella natura, in compagnia di un medico, per parlare della prevenzione e della cura dei tumori. Si cammina tutti insieme, ogni volta in un luogo diverso del Trentino.
«Poi, raggiunta la meta, lasciamo spazio all’esperto, al quale chiunque può fare delle domande anche durante l’escursione», precisa Chiara. Una scelta semplice, ma vincente. La prima edizione in primavera-estate, la seconda in autunno.
«La formula è sempre la stessa: cinque esperti e cinque trekking diversi, la collaborazione dell’associazione Accompagnatori di media montagna del Trentino, che spiegano le peculiarità di flora e fauna, il supporto della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) e del blog “Donne di Montagna”, curato da Marzia Bortolameotti, amica e collega di Chiara.
«Partecipano soprattutto donne, alcune delle quali stanno facendo la chemio. Abbiamo avuto con noi medici con specializzazioni diverse (oncologia, chirurgia generale e ricostruttiva, senologia, dietologia, psicoterapia): tutti hanno dato consigli preziosi», aggiunge la nostra protagonista.
Quindi un grande successo? «Una delle guide, all’ultima uscita, mi ha confessato che dopo il Trekking Rosa ha prenotato un’ecografia al seno. Già questo mi motiva ad andare avanti. Credo fermamente nella prevenzione, solo così si batte sul tempo il male», conclude Chiara.
Appuntamenti da non perdere
Sei ancora in tempo per partecipare alle ultime due iniziative autunnali di Trekking Rosa. Il 20 ottobre si cammina da Malga Cimana al lago di Cei (sopra il paese di Villa Lagarina) con Antonella Ferro, oncologa e coordinatrice della rete clinica senologia del Trentino.
Il 26 al Muse, il museo delle scienze di Trento, c’è un seminario di Goal Mapping, una tecnica che aiuta ad affrontare in maniera positiva i cambiamenti. Un coach certificato, Sabrina Pesarini, offrirà gli strumenti per capire come affrontare esperienze negative.
Per info: donnedimontagna.com.
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Articolo pubblicato sul n. 44 di Starbene in edicola dal 15 ottobre 2019