di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
Da qualche settimana alcuni portali italiani stanno diffondendo via social la notizia secondo cui un 57enne inglese, Mark Steele, avrebbe vinto la causa in sede civile contro il Comune di Gateshead, colpevole di avere avviato una sperimentazione con la rete 5G che avrebbe provocato anomali stati di malessere nella popolazione.
La notizia, così riportata, getta una cattiva luce sulle tecnologie di quinta generazione per la telefonia che verranno introdotte presto anche in Italia.
In realtà i fatti si sono svolti in maniera molto diversa. Mark Steele era stato chiamato a processo dopo avere rivolto pesanti offese a due consiglieri comunali della sua cittadina. La questione della disputa era sempre la stessa: Steele accusava i consiglieri comunali di favorire l’istallazione della rete 5G, secondo lui pericolosissima per la salute.
Come prova, l’attivista inglese aveva portato due foto di un bambino che soffriva di sangue dal naso per colpa, a suo dire, della nuova rete ad altissima velocità. È emerso da subito, però, che nei giorni in cui sono state scattate le foto, la sperimentazione con la rete 5G non era ancora in atto e, di conseguenza, era impossibile che le due cose fossero collegate. Al momento non si riscontra alcun effetto nefasto portato dalle tecnologie di quinta generazione e le affermazioni di Mark Steele risultano prive di ogni fondamento.
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Articolo pubblicato nel n° 16 di Starbene in edicola dal 2 aprile 2019