di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
Nel 2015 un gruppo di 250 scienziati di tutto il mondo ha consegnato una petizione all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e alle Nazioni Unite per approfondire la conoscenza sui campi elettromagnetici generati dai dispositivi elettronici senza fili e per rafforzare le linee guida in merito alla sicurezza durante l’utilizzo.
Anni dopo, all’inizio di marzo 2019, è apparso un articolo su Medium dove si faceva riferimento alla petizione e in cui si nominavano gli AirPods. Pochi giorni dopo il tabloid britannico Daily Mail ha dato notizia di questa petizione, con un articolo che si focalizzava, in particolare, sugli AirPods – gli auricolari senza fili sviluppati da Apple – colpevoli di provocare il cancro. Da lì, giorno dopo giorno, la notizia si è diffusa ed è arrivata anche in Italia, allarmando così tutte le persone che fanno uso di quei particolari auricolari.
Si tratta di puro allarmismo. La petizione del 2015 nemmeno cita gli AirPods ma moltissime testate hanno descritto la pericolosità di questi auricolari senza mai verificare (e tantomeno leggere) il contenuto originale.
Le cuffiette sfruttano la tecnologia bluetooth che “emette” un campo elettromagnetico di molto inferiore a quello che si può riscontrare durante l’utilizzo del telefono cellulare. Non c’è nulla di cui preoccuparsi e le cuffiette senza fili si possono utilizzare senza timore.
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Articolo pubblicato nel n° 18 di Starbene in edicola dal 16 aprile 2019