Risponde il Prof. Luigi Manzo, medico tossicologo, già direttore della Scuola di specializzazione in tossicologia medica dell’Università di Pavia
Se ne sta parlando per la vicenda della famiglia di Nova Milanese avvelenata da questo metallo. Sotto forma di sali di vario tipo, il tallio è stato a lungo impiegato come ingrediente di topicidi, ma a causa della sua alta tossicità per l’uomo (un grammo può essere letale) e l conseguente rischio di avvelenamenti, i prodotti che lo contengono non sono più in commercio nell’Unione Europea (però si possono acquistare all’estero via web).
Il tallio è usato anche per la realizzazione di dispositivi d’uso industriale in campo elettronico e, in ambito medico, come tracciante, ma difficilmente in queste forme è causa di intossicazioni.
L’avvelenamento avviene quasi sempre per ingestione (un bimbo, per esempio, può scambiare la pasta topicida per dentifricio) o per contaminazione di cibi e/o acqua, come si sospetta sia accaduto alla famiglia brianzola che ha già perso due membri (altri due e la badante restano ricoverati).
Poco verosimile, invece, è l’altra ipotesi avanzata: la presenza del metallo nel guano dei piccioni. Se esposti a questo agente tossico, i volatili ne sarebbero più vittime che veicoli.
Anche l’esposizione ripetuta nel tempo a piccole dosi può portare ad avvelenamento, perché il tallio si accumula nell’organismo.
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Articolo pubblicato sul n. 43 di Starbene in edicola dal 10/10/2017