di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
Esistono delle bufale che con il passare del tempo sono diventate quasi leggende. Una di queste è la cosiddetta beffa del monossido di diidrogeno.
Sui social circola e viene condivisa su WhatsApp un messaggio che mette in guardia dai rischi del contatto con la pericolosa sostanza. Più che una bufala, è uno scherzo, che fa leva sul chiamare l’acqua con la sua – poco utilizzata nomenclatura chimica: appunto monossido di diidrogeno oppure acido idrico.
Gli autori della beffa hanno stilato un elenco, infarcito di termini tecnici e al contempo allarmistici, di potenziali effetti negativi del monossido di diidrogeno il quale, ad esempio, allo stato gassoso può provocare ustioni (il vapore acqueo), è la causa degli uragani, ossida e corrode i metalli.
L’origine di questo scherzo è incerta. Le prime tracce vengono fatte risalire al 1983, quando il settimanale locale statunitense Durand Express pubblicò, in occasione del primo giorno di aprile, un articolo in cui si raccontava che il monossido di diidrogeno era stato trovato nel sistema idrico della cittadina di Durand e che era una sostanza letale se inalata e in grado di produrre vapori ustionanti. Da allora lo scherzo si è ripetuto più e più volte nel corso del tempo e tantissimi continuano a cascarci.
Nel 1998 è comparso il sito Dihydrogen Monoxide Research Division, una vera e propria organizzazione/parodia per la lotta contro gli effetti nocivi del monossido di diidrogeno a cui aderirono molte persone.
Nel marzo del 2004 l’amministrazione della località californiana di Aliso Viejo valutò se eliminare l’uso di recipienti in polistirolo durante gli eventi pubblici in quanto era giunta voce che il monossido di diidrogeno veniva utilizzato per produrli. Gli amministratori della cittadina ne rimediarono una pessima figura.
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Articolo pubblicato sul n. 46 di Starbene in edicola dal 30 ottobre 2018