Altro che reali inglesi malconci e influencer decadute: quest’estate il vero protagonista delle chiacchiere sotto l’ombrellone è il vermocane. Animale dal nome curioso, ci ha fatto sobbalzare sulla sedia non appena si è diffusa la notizia del suo moltiplicarsi nei mari italiani.
Un allarme nato in Sicilia
A lanciare l’allerta sono stati i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs), che hanno iniziato a occuparsi dell’“invasore” già nel 2022. Lo hanno fatto su impulso di alcune comunità di pescatori siciliani, i quali si trovano sempre più spesso a dover liberare le loro reti da questi famelici predatori che, oltre a infliggere dolorose punture, divorano letteralmente i pesci ammagliati.
Per raccogliere quanti più dati possibili e cercare soluzioni adatte a circoscrivere l’invasione, i ricercatori hanno avviato il progetto “Worms out” con l’Università di Modena e Reggio Emilia, quelle di Catania e Messina, ISPRA, Area Marina Protetta di Capo Milazzo e Scubabiology. Per la riuscita dello studio saranno fondamentali le segnalazioni di cittadini e bagnanti, perché sebbene l’habitat ideale del vermocane siano le praterie di Posidonia oceanica e i fondali rocciosi, talvolta qualche esemplare è stato avvistato anche su fondi sabbiosi.
È facile da riconoscere
Il vermocane (o verme di fuoco, per il dolore che infligge con le sue setole urticanti) è un verme marino coloratissimo e lungo in media fra i 20 e i 30 centimetri, anche se alcuni esemplari possono raggiungere il metro. A dispetto del suo look così esotico, è nativo del Mediterraneo, dove vive da secoli: «È stato descritto per la prima volta nel Settecento e in alcuni musei sono perfino conservati degli esemplari italiani risalenti all’Ottocento», afferma Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca dell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRBIM).
«L’ipotesi più plausibile è che questa specie, alla quale piacciono le acque calde, venga favorita dall’aumento delle temperature. Ciò spiegherebbe la sua recente proliferazione in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania».
La diffusione del vermocane è l’ennesima conferma dello sconvolgimento che i mari vivono a causa della crisi climatica.
Cosa fare se il vermocane ti ha punto
Il vermocane ti ha punto? Rimuovi gli aculei con una pinzetta o appoggiando delicatamente del nastro adesivo sulle estremità sporgenti. In mancanza di strumenti, tira delicatamente gli aculei con il pollice e l’indice asciutti, senza toccare la pelle.
Per lenire il dolore lava la zona con acqua fredda o applica del ghiaccio per qualche minuto, poi disinfetta con acqua ossigenata o cloramina. Se la puntura è estesa o molto dolorosa, applica pomate antistaminiche o cortisoniche. In caso di febbre, nausea, vertigini o fenomeni allergici, rivolgiti al Pronto Soccorso.
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