Se la tua giornata è piena di “buchi” di memoria – una volta hai dimenticato il portafoglio, un’altra un appuntamento, un’altra ancora non sai dove hai messo quel documento importante – non fartene un cruccio. Magari, rispetto a un tipo “precisino” avrai le giornate un po’ affannose e scombinate. La tua distrazione, però, ti regala un vantaggio: impari più velocemente degli altri.
Questo meccanismo virtuoso è stato rivelato da un recente studio dell’Università di Glasgow (Inghilterra), dopo una serie di esperimenti di memorizzazione su un gruppo di volontari. Com’è possibile? Accade per un motivo molto semplice: il distratto ha spesso la mente libera, condizione indispensabile per fare spazio a concetti nuovi. «Normale che sia così. Alla base della distrazione, c’è una grande determinazione», spiega Sarah Viola, psichiatra. «No, non è un paradosso: gli svampiti sono le persone più motivate a raggiungere certi obiettivi nella vita. Se dimenticano certe cose, è solo perché non le considerano importanti. Non hanno, quindi, la memoria instabile, ma selettiva. Che diventa una corsia preferenziale, larga e veloce come un’autostrada, per catturare informazioni sempre fresche.
Si tratta di una struttura della personalità che, ovviamente, non si può cambiare. E non c’è motivo di farlo: i distratti non soffrono di un deficit dell’attenzione, hanno invece un eccesso di concentrazione. Proprio così. Una concentrazione che tralascia le cose irrilevanti. Almeno per loro».
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