di Cinzia Testa
di Cinzia Testa
Siamo decisamente in tante: oltre 31 milioni su una popolazione di 60 milioni. E la nostra caratteristica è di essere speciali. Tutte, senza nessuna distinzione. Ripetiamocelo come un mantra in questi giorni che mancano all’8 marzo, festa della donna. E non dimentichiamocelo, dal 9 marzo in poi.
Molte volte invece siamo proprio noi che ci imponiamo un ruolo che non è il nostro e inseguiamo un modello di donna che non fa parte di noi. «Ci sono stati dei grandi cambiamenti in questi ultimi 50 anni, ma la strada da percorrere è ancora lunga», spiega Chiara Santi, psicologa e psicoterapeuta. «Questo vale in particolare per l’Italia dove, dal punto di vista culturale, non si è ancora arrivati a una parità di diritti e di doveri con l’uomo. Per modificare questa situazione molto però dipende anche da noi: sono le nostre risorse mentali e psicologiche che fanno la differenza. Finché ci faremo condizionare, ci freneremo da sole».
Una piccola rivoluzione però l’abbiamo fatta: siamo più consapevoli della nostra salute, pur senza perdere di vista la salute dei nostri cari. La generazione delle nostre sorelle maggiori, invece, per lo più è ancora legata al ruolo tradizionale della donna. Per le over 60 spesso rimane più importante il benessere della famiglia a scapito del proprio, che passa in secondo piano. Eppure la medicina di genere - così si chiama quella che ci riguarda - ha fatto passi da gigante.
Ecco alcune delle conquiste più importanti.
6 marzo 2016
IL TEST GENETICO IN GRAVIDANZA
Oggi uno screening genetico prenatale può valutare il rischio di anomalie cromosomiche. Si esegue a partire dalla decima settimana di gravidanza e l’analisi è sul sangue. Rispetto ad altri test genetici, il vantaggio è che i campioni prelevati non devono essere inviati in laboratori all’estero. La “centrale” dove vengono effettuati i test è presso la UOC di Genetica Medica del Policlinico Universitario di Tor Vergata a Roma. Qui arrivano i campioni, direttamente dal reparto di ginecologia dell’ospedale della città della donna interessata.
«Il G-test, questo è il nome, si basa sull’analisi di piccoli frammenti del Dna del feto, che circolano nel sangue materno a partire dalla quinta settimana di gravidanza», spiega Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell’università Tor Vergata. «In questo modo è possibile valutare il rischio di malattie cromosomiche. E in caso di test positivo, agire di conseguenza con una consulenza genetica e un esame invasivo, che di solito è l’amniocentesi».
Il test individua diverse sindromi, come quella di Down, di Turner e di Prader Willi. E può essere eseguito anche in caso di gravidanze gemellari, ma fino a un massimo di due feti. «Il G-test è stato validato da diversi studi clinici che ne hanno confermato la sensibilità, vicina al 100%», continua l’esperto. Unico svantaggio è il costo che è pari a 680 euro. L’amniocentesi è gratuita, sì, ma solo a partire dai 35 anni di età della donna. Altrimenti ha un costo che varia tra i 600 e i 900 euro circa.
IL MICROINFUSORE PER IL DIABETE
La notizia ci fa solo piacere. Le donne italiane con diabete vengono seguite bene. Questo grazie ai servizi Diabetologici del Servizio sanitario nazionale, che rappresentano il nostro fiore all'occhiello. Rispetto all'estero, dove i diabetici vengono affidati al medico di famiglia, da noi in questi Centri i pazienti vengono curati in modo personalizzato. E grazie a questo stretto controllo, oggi si sa di più sulla malattia al femminile. Perché c'era qualcosa di non chiaro: nelle donne infatti non è stabile il valore dell'emoglobina, cioè il valore che indica quando il diabete è sotto controllo.
IL FARMACO CONTRO I PROBLEMI DI CUORE IN GRAVIDANZA
Si chiama cardiomiopatia peripartale: un nome complicato per indicare un problema di cuore che si manifesta al termine della gravidanza, oppure nei primi sei mesi dopo il parto. I sintomi? Difficoltà di respiro e aritmie, cioè alterazione del battito cardiaco. Al momento non è ben chiara l’origine della malattia. Ma la ricerca ha fatto passi da gigante.
«Uno studio sudafricano ha visto che questa forma di cardiomiopatia è legata alla prolattina», spiega Patrizia Presbitero, consultant di cardiologia interventistica dell'ospedale Humanitas di Milano. «Questo ormone aumenta naturalmente nel sangue a fine gravidanza, perché ha la funzione di stimolare la produzione di latte. In alcune donne, però, per cause non note, aumenta in una quantità eccessiva. E provoca il disturbo».
La cardiomiopatia peripartale si risolve da sé senza cure. Ma si può ripresentare alla gravidanza successiva. «Non aspettiamo che si manifestino nuovamente i sintomi, ma agiamo preventivamente», aggiunge la professoressa Presbitero. «La cura più nuova è con un farmaco a base di anticorpi anti-prolattina. Questa sostanza inibisce la produzione dell’ormone. E di conseguenza mette il cuore a riparo dal rischio di malattia».
Le risposte dei nostri esperti
Cara lettrice/caro lettore, le consiglio di rivolgersi ad un medico specialista in scienza dell'alimentazione o ad un servizio di dietetica di un ospedale della sua zona. In questo modo, dopo un'adeg...
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