Trionfano ortaggi e verdure di stagione (e quindi anche l'amore per la coltivazione dell'orto) nel menù "Vegetale", una delle tre proposte degustazione che trovi nel Ristorante Famiglia Rana, a Vallese di Oppeano, nella Valle del Feniletto (VR). Il Ristorante ha appena riaperto, dopo un profondo restyling, e celebra il sodalizio con lo chef Francesco Simone Sodano attraverso i suoi originali menu: oltre a quelle "Vegetale" ci sono “Ricomincio da tre”, particolarmente legato alle origini dello chef, nato a Somma Vesusiana e ispirato al film di Massimo Troisi e “Contaminazioni”, che invece punta a far incontrare le esperienze asiatiche di Sodano con le materie prime italiane e locali.
Allievo di Oliver Glowig e Antony Genovese, lo chef Sodano porta la sua visione originale del territorio e delle materie prime locali. Accanto a lui un team di giovani appassionati e talentuosi. «Questo è il mio sogno», dice Gian Luca Rana, ad del Gruppo Rana, «continuare a creare luoghi e condizioni per permettere ai giovani di fiorire ed esprimere tutto il loro potenziale».
Il nuovo Ristorante Famiglia Rana, ricavato dalle mura di quello che un tempo era un edificio dedicato allo stoccaggio di tabacco e riso – prodotti storicamente tipici della zona -, nasce dalla volontà di ricreare un luogo in cui sentirsi accolti come a casa, un posto del cuore, capace di raccontare territorio, creatività, gusto e ricerca tecnologica.
Pensato come una fattoria moderna, tutt'attorno c'è anche un giardino alberato, un’aia dedicata agli animali da cortile, scuderie con cavalli che si muovono liberi, un orto biologico e un frutteto dove sono stati piantati alberi di antiche varietà dimenticate dall’agricoltura convenzionale. Una scelta voluta e sviluppata per rendere il Ristorante quanto più sostenibile ed autosufficiente.
Perché il Ristorante sia anche il punto d’incontro, di luoghi, tempi e culture apparentemente lontani ma unite nella centralità della materia, oltre che fattoria, il locale è anche galleria artistica. Vi si trova esposta, infatti, una collezione di opere d’arte che raccontano la storia dell’uomo: dallo straordinario dente di Tyrannosaurus Rex, risalente a circa 67 milioni di anni fa, proveniente dall'America dove Gian Luca Rana ha trascorso metà della sua vita professionale, fino all’arte contemporanea del Vecchio Continente con i volti in terra cruda e alabastro della veronese Roberta Busato, i calchi di corteccia del cuneese Michele Bruna e i manufatti di legno del vercellese Marco Bellini.
23 febbraio 2024