Riabilitazione per bambini: AstroLab, il primo laboratorio italiano

AstroLab (in provincia di Lecco) è il primo laboratorio italiano di ricerca e cura per bambini con difficoltà motorie e cognitive che utilizza tecnologie da stazione spaziale



221741

Una bimba cammina spedita su un tapis roulant, completamente concentrata sullo schermo che ha davanti a sé, dove scorrono le immagini di un gioco interattivo ambientato nello spazio. Nulla di strano, se non fosse che la piccola è uno scricciolo biondo di 16 chili e che il suo corpo è “ingabbiato” in una macchina che l’aiuta a muovere con sicurezza le gambe, le quali altrimenti vacillerebbero.

Potremmo essere sul set di un film di fantascienza, invece siamo a Bosisio Parini (Lecco), presso l’Irccs Eugenio Medea dell’associazione La Nostra Famiglia. L’occasione è l’inaugurazione di AstroLab, il primo laboratorio italiano di riabilitazione hi-tech per bambini e ragazzi con difficoltà motorie e cognitive presenti fin dalla nascita oppure dovute a traumi invalidanti o a malattie.


Come gli astronauti
«Qui tutto è giocato sulla metafora dello spazio e del futuro, dai nomi degli ambienti alle decorazioni, e questo aiuta a coinvolgere i giovani pazienti sul piano emotivo, perché trasforma gli apparecchi ad alta tecnologia e gli esercizi proposti dai terapisti in qualcosa di divertente», spiega Maria Teresa Bassi, direttore scientifico dell’Irccs Medea. «Un’intuizione felice», commenta l’astronauta Paolo Nespoli, testimonial del progetto, «perché nello spazio siamo tutti diversamente abili, a causa della microgravità. E poi, è bello vedere come stelle e pianeti (ma soprattutto le stesse tecnologie che usiamo all’Agenzia spaziale europea, se non più avanzate) aiutino ad affrontare con entusiasmo importanti momenti di cambiamento personale».


Si passeggia su un pianeta immaginario
Ma torniamo alla piccola camminatrice instancabile. Scopriamo che sta “giocando” nell’Officina dei robot, ovvero nel laboratorio di Robotica riabilitativa per l’arto inferiore e superiore. «Mentre cammina fa avanzare il suo avatar, un marziano che deve esplorare un pianeta fiabesco», illustra la fisioterapista Roberta Morganti, che le è accanto. «Attraverso di lui, la bambina si muove su terreni di varie pendenze, supera ostacoli, compie salti. Il Lokomat®, cioè l’esoscheletro a cui è imbragata, si adegua alle sue capacità, a volte fornendole tutta la forza fisica necessaria a un certo passaggio.

La passeggiata le permette di raccogliere fiori luminosi, premi simbolici per il suo impegno». A fianco dell’Officina si trova l’Antro magico, dotato di un sistema di realtà virtuale e di uno dei tre Gait real-time analysis interactive lab (laboratori interattivi di analisi in tempo reale del cammino) presenti in Italia. Un grande schermo semicircolare dà l’impressione di stare dentro un paesaggio, sensazione rafforzata dai suoni diffusi in audio surround. Al centro della stanza c’è un tapis roulant con un bimbo alla sua prima visita in AstroLab. «Mentre cammina, videocamere a raggi infrarossi e sensori posti sul suo corpo eseguono la motion capture che si usa negli studi cinematografici», racconta il suo fisioterapista, Claudio Corbetta, «cioè ne catturano e analizzano i movimenti, facendo sì che il paesaggio circostante cambi di conseguenza». Distratto dalle nostre parole, il bimbo finisce in una palude, con suo grande divertimento.


Nelle sale di comando
Dopo una sbirciatina agli altri ambienti come la Finestra sullo spazio (luogo di stimolazione multisensoriale), la Passeggiata spaziale (analisi del cammino), le Costellazioni stellari (studio del respiro) e la Camera della tuta spaziale (laboratorio di stampa 3D), entriamo nelle Sale del reattore per incontrare chi sta dietro le quinte: sette giovani bioingegneri (cinque donne e due uomini) che formano un affiatato team di ricerca. Partendo dalle richieste dei clinici, si occupano, per esempio, di valutare le tecnologie che arrivano in laboratorio, di gestire le macchine nel loro ciclo di vita, di ideare protocolli e scenari, di analizzare i dati. «Non lavoriamo solo con numeri e formule, ma anche con le mani, per esempio saldando circuiti elettrici su solette sensorizzate in 3D per l’analisi del piede nei malati di diabete», puntualizza una delle scienziate, Emilia Biffi. È tempo di andare. Ci richiudiamo alle spalle la porta di AstroLab, su cui campeggia la sagoma di un robot inscritta in un cuore rosso. Guardandola, la dottoressa Bassi chiosa: «Per quanto avveniristica, la tecnologia non può sostituire i caregiver. Certo, oggi migliora la partecipazione del bambino alle attività e la sua integrazione nella società. Ma l’intervento umano resta imprescindibile».


Pronti per il decollo?

AstroLab sarà visitabile venerdì 8 novembre, in occasione della quarta edizione di Scopriamo la ricerca, serata aperta a tutti ma dedicata in particolare ai giovani che vogliono avvicinarsi alle scienze biomediche. Grazie alla guida dei ricercatori dell’Irccs Medea si potranno scoprire anche altri campi di indagine innovativi, per esempio l’assistive technology e la riabilitazione delle lesioni cerebrali acquisite. La partecipazione all’evento è gratuita, previa iscrizione.


Fai la tua domanda ai nostri esperti

Articolo pubblicato sul n. 46 di Starbene in edicola dal 30 ottobre 2019

Leggi anche

Fisioterapia e riabilitazione: ora il fisioterapista è un robot