Il 9 ottobre al Congresso mondiale di medicina del sonno di Praga è stato presentato uno studio, finanziato dall Onlus italiana Airalzh, sui disturbi del sonno negli anziani con demenza senile.
«Un progetto di ricerca multicentrico, coordinato da Villa Serena di Pescara, che grazie alla polisonnografia ha scoperto l’alterazione della fase Rem in quasi tutti i pazienti», spiega il professor Sandro Sorbi, neurologo presso l’Ospedale Careggi di Firenze e presidente di Airalzh. «Normalmente, infatti, in questo momento del sonno il corpo è immobile e si registrano solo dei movimenti oculari. Chi è affetto da demenza, invece, si agita arrivando a mimare i propri sogni. Fatto che può essere tenuto sotto controllo con una specifica benziodiazepina a durata di azione breve».
Un’altra importante scoperta fatta dal gruppo di ricerca Airalzh dell’università di Parma è che i malati d’Alzheimer, se trattati a piccoli gruppi, rispondono bene a una cura non farmacologica: la Terapia di stimolazione cognitiva. Prevede attività ludiche e di socializzazione mirate al miglioramento delle capacità di apprendimento e al mantenimento della memoria residua.
Infine, i ricercatori di Firenze hanno scoperto che un polifenolo presente nell’olio extravergine di oliva, l’oleuropeina, ostacola l’aggregazione del peptide amiloide responsabile delle famigerate placche amiloidee. Quelle che danneggiano i neuroni.
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Articolo pubblicato sul n. 44 di Starbene in edicola dal 17/10/2017