Il momento del sonno è quello per ricaricare le pile e riequilibrare il nostro benessere psicofisico. Ma, complice la pandemia, il 30% degli italiani ha peggiorato la qualità del suo riposo nell'ultimo biennio. A dirlo è l'indagine condotta da Dorelan Research, che ha voluto valutare le caratteristiche di sonno degli italiani in questo periodo storico.
Secondo la ricerca, la differenza tra la quantità di sonno reale e le ore di sonno che gli intervistati avrebbero voluto dormire è di circa 1 ora e 20 minuti. Anche il tempo impiegato per addormentarsi ha mostrato una differenza di 30 minuti: in media le persone si addormentano in 40 minuti ma vorrebbero addormentarsi in 10 minuti.
«L’indagine che abbiamo condotto si è concentrata sull’importanza dell’apprendimento dell’abitudine a un riposo notturno e sulla cura rispetto all’ambiente in cui dormiamo e al materasso a cui affidiamo il nostro riposo» afferma Riccardo Tura, amministratore delegato B&T SPA - Dorelan, azienda del settore Bedding nella produzione di materassi e complementi. «Come Dorelan riteniamo che sia importante mantenere l’attenzione su questo aspetto del benessere psico fisico delle persone per poter favorire la consapevolezza rispetto al tema del sonno. Per questa ragione, ogni anno, in occasione della Giornata mondiale del sonno (che ricorre il 18 marzo, ndr) proponiamo nuove riflessioni e nuovi spunti per poter migliorare e aiutare le persone a vivere in equilibrio».
Nell’indagine condotta da Dorelan Research è emerso che fra le variabili che hanno influenzato negativamente il sonno in questi due anni figurano ansia e stress per il 60% degli intervistati, la qualità dell’ambiente per il 40% e la qualità del materasso per il 29%. In linea generale il 22% delle persone coinvolte nella ricerca afferma di non percepire adeguato l’ambiente adibito al risposo notturno.
«La Giornata mondiale del sonno rappresenta un'occasione unica per ribadire l'importanza del sonno per la salute umana», afferma Jacopo A. Vitale, direttore Dorelan Research - Capo di Laboratorio e ricercatore del La MSS dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Phd in Scienze dello Sport. «Gli ultimi anni, molto complicati, hanno inevitabilmente impattato il nostro stile di vita e il sonno ne ha subito alcune conseguenze negative. Prendere consapevolezza di cosa fare (o non fare) in condizioni di isolamento sociale e lockdown è fondamentale per proteggere il nostro riposo notturno. L'educazione è la strategia più potente di prevenzione primaria e secondaria per i disturbi del sonno».