Risponde il dottor Paolo Vintani, farmacista, titolare della farmacia Alla MAdonna, Barlassina (MB)
A essere aumentato non è il costo dei medicinali, che rimane invariato, ma il cosiddetto “diritto di chiamata”, cioè il sovrapprezzo dovuto per l’acquisto quando la farmacia che fa il turno di notte ha la porta chiusa ma il farmacista è di guardia all’interno o reperibile
Il “diritto di chiamata” è in vigore dal 1993 e da allora non era mai lievitato. Un recente decreto del Ministero della Salute pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale a fine ottobre, però, ha sancito l’aumento di questa tariffa (anche per i preparati galenici) che sale da 3,87 € a 7,50 €, con una punta di 10 € per le farmacie rurali sussidiate (che cioè operano in paesi con meno di 3000 abitanti).
Con delle eccezioni: il paziente, per esempio, non è tenuto a versare il sovrapprezzo quando il farmaco viene prescritto in regime di Servizio sanitario nazionale con l’indicazione del carattere di urgenza dal medico di famiglia oppure dalla guardia medica.
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Articolo pubblicato sul n. 7 di Starbene in edicola dal 30/01/2018