Sei piatti speciali, con al centro le storie di pazienti con disturbi alimentari, le loro sensazioni e il loro malessere. Sono quelli che hanno guarnito i tavoli del ristorante Pastificio San Lorenzo di Roma il 13 marzo. La collezione, sviluppata grazie al contributo dei professionisti del Gruppo KOS e illustrata dall'art director Francesca Tucci, ha portato in tavola i pensieri legati ai disturbi alimentari, svelando boccone dopo boccone la vera causa del problema.
Ogni piatto permette di entrare nei pensieri patologici di chi ha un disturbo alimentare, facendo capire quanto il rapporto distorto con il cibo sia legato a un profondo disagio interiore. L'iniziativa, dal titolo "Disordini nascosti" e in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla per la sensibilizzazione sui Disturbi Alimentari che ricorre il 15 marzo, vuole sensibilizzare sulla complessità dei percorsi di cura e riabilitazione che deve affrontare un paziente con disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA).
I numeri dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione
"Il mio disturbo alimentare è il mio giudice interiore, che mi svaluta e mi porta a sentirmi non accettata, immeritevole, inadeguata". In Italia oltre 3 milioni di persone hanno pensieri simili. Eppure quando parliamo di DNA esistono ancora molti tabù e stereotipi e una scarsa consapevolezza sulle vere origini del problema: i disturbi della mente. I DNA sono frutto di diverse cause di natura biologica, psicologica e sociale e colpiscono la psiche oltre che il corpo.
I dati dell'Istituto Superiore di Sanità ci dicono che, mentre negli anni Duemila gli esordi della patologia si manifestavano fra i 16 e i 20 anni, oggi l’età si è notevolmente abbassata, con diagnosi a partire già dagli 8-10 anni e pazienti ricoverati a soli 12 anni, quando i bambini sono in uno dei periodi più delicati della loro crescita evolutiva.
Se da una parte la fascia di età si abbassa, dall’altra i casi sono in forte aumento, si stimano 8-10 casi su 100.000 abitanti sul territorio italiano. La diagnosi arriva spesso in ritardo, dopo almeno 2-3 anni dall’inizio della patologia, ed è accompagnata quasi sempre da una forte resistenza alle cure. Si è passati dai 680.569 nuovi casi del 2019 ai 1.680.456 nuovi casi del 2023.
L'importanza di un approccio multidisciplinare
«A incidere sulla comparsa di questi disturbi sono la disregolazione emotiva, il perfezionismo, la tendenza al sottopeso e al sovrappeso, la presenza di disturbi alimentari in famiglia», afferma il dottor Adolfo Bandettini di Poggio, direttore medico Psichiatria Gruppo KOS, gruppo sanitario privato italiano, che opera principalmente nella riabilitazione psichiatrica, funzionale e nell'assistenza sociosanitaria.
«Queste patologie colpiscono prevalentemente soggetti giovani e i danni non si limitano solo alla psiche ma coinvolgono tutto il corpo. Per questo motivo l’approccio di KOS alla cura dei disturbi alimentari è multidisciplinare. I percorsi clinico-riabilitativi si articolano in diversi interventi terapeutici e coinvolgono psichiatri, pediatri, terapisti, dietisti, psicologi e educatori».
Per consentire la presa in carico di questi pazienti, KOS affianca il Servizio Sanitario Nazionale grazie alla presenza capillare sul territorio.
La collaborazione tra KOS e il Policlinico Gemelli
Inoltre, a partire dal gennaio 2024, il Gruppo KOS ha avviato una collaborazione scientifica con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, con particolare riguardo al settore della psichiatria e psicologica, volta al potenziamento, presso l’Istituto Neuroscienze Neomesia, dei percorsi di riabilitazione dei disturbi della nutrizione e alimentazione.
«I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono disturbi complessi e frequenti negli adolescenti e nei giovani adulti. Le ripercussioni sulla vita fisica, psichica e relazionale delle persone possono essere gravi e compromettere un normale sviluppo psicofisico, creando a volte alterazioni mediche anche croniche», dichiara il professor Gabriele Sani, responsabile del Dipartimento di Psichiatria della Fondazione Policlinico Universitario "Agostino Gemelli" IRCCS.
«L’anoressia, la bulimia, il binge eating disorder sono problemi di salute pubblica che stanno colpendo ragazzi sempre più giovani di ambo i sessi. Una diagnosi chiara e precoce aumenta notevolmente la possibilità di cura. Il trattamento deve essere multidisciplinare e comprendere la figura dello psichiatra, dello psicologo, del tecnico della riabilitazione psichiatrica, dell’internista e di eventuali altri specialisti a seconda della necessità individuali. Inoltre vanno coinvolti i medici di medicina generale e i pediatri di base per arrivare ad una diagnosi il più precoce possibile. Infine, ma non ultimo, coloro che sono coinvolti nella comunicazione pubblica devono essere in grado di veicolare messaggi corretti, che abbattano lo stigma ed escludano messaggi potenzialmente patogeni. In questa difficile battaglia, siamo tutti coinvolti e la chiara collaborazione tra strutture sanitarie e riabilitative pubbliche e private e tra esperti delle diverse professioni è di centrale importanza».
14 marzo 2024