di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
Esistono, su Facebook, decine e decine di pagine simili intitolate “Le mammole de/di…” a cui segue il nome di una città, di un particolare ospedale o di uno specifico reparto di ginecologia.
A eccezione di questa sorta di indicazione geografica, le pagine Facebook sono pressoché
identiche l’una all’altra e i post rimandano tutti allo stesso medesimo sito internet.
Le pagine (e il sito) si rivolgono alle future o alle neo-madri, spesso alla ricerca di informazioni sulla gravidanza e sul parto. Purtroppo, però, questo foltissimo insieme di pagine-clone è così capillare e strutturato da far sembrare ogni pagina una emanazione ufficiale di ogni specifico ospedale. Ad accorgersene, in tempi recenti, è stato lo staff dell’Ospedale di Piacenza che ha rilasciato un comunicato stampa per prendere le distanze dagli articoli pubblicati della pagina “Le mammole che partoriscono all’Ospedale Piacenza”.
Le persone che scrivono e diffondono i post da queste pagine non hanno nulla a che fare con il personale degli ospedali e dei reparti a cui fanno riferimento ed è bene diffidare dai consigli che vengono pubblicati.
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Articolo pubblicato sul n. 38 di Starbene in edicola dal 3 settembre 2019