di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
A inizio dicembre ha iniziato a diffondersi su WhatsApp e su Facebook un allarme a proposito della presenza di bocconi di cibo avvelenato sparsi in un particolare parco di una specifica città.
Il messaggio, scritto in prima persona con un tono molto confidenziale, si è diffuso in tutta Italia variando di volta in volta il nome del parco e della città per meglio “adattarsi” a varie realtà locali.
In questo caso si tratta di una bufala – non vi è alcuna conferma dagli organi ufficiali che si occupano di queste emergenze – ma, per via del tema e del modo in cui viene presentato, si è diffusa molto in fretta: i veri casi di animali morti dopo avere ingerito un boccone avvelenato sono, purtroppo, molto comuni.
Notizie affidabili in merito si possono reperire sui portali delle autorità locali competenti (come gli istituti zooprofilattici di zona o gli uffici del Corpo Forestale Regionale). L’ordinanza del Ministero della Salute su questo tema è stata prorogata ulteriormente e prevede l’obbligo da parte dei servizi veterinari di avviare le indagini di laboratorio in caso di segnalazione di esche avvelenate. È compito dei comuni, invece, procedere con tutte le azioni necessarie per circoscrivere e bonificare le aree interessate.
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Articolo pubblicato sul n. 6 di Starbene in edicola dal 23/01/2018