di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
Da alcuni mesi sta girando in Italia una bufala diffusa inizialmente negli Stati Uniti, che descrive lo sviluppo da parte di alcune multinazionali di “api robot”, col fine di sostituire definitivamente quelle “tradizionali”. Queste api robot potrebbero, in un futuro, avere compiti ancor più malvagi, dato che nel testo che è stato diffuso si fa riferimento a una neurotossina che queste api artificiali potrebbero avere nel pungiglione metallico. È tutto falso.
La moria di api a causa dell’inquinamento e del riscaldamento climatico non è, purtroppo, una novità. Da alcuni anni, per rimediare a un danno che sembra avere raggiunto proporzioni enormi, i ricercatori di tutto il mondo stanno cercando soluzioni per far sì che l’impollinazione delle piante avvenga nonostante la carenza di api.
Tra le soluzioni proposte c’è anche quella di alcuni ricercatori di Harvard, che hanno ideato delle piccolissime api robot, in grado di viaggiare e impollinare. Al momento questi progetti avanzano e sono ancora fermi a una fase sperimentale. Nessuna ape robot, per ora, sostituirà definitivamente quelle tradizionali e il pericolo che le api artificiali contengano neurotossine è del tutto infondato. Si tratta di un maldestro riferimento a una delle ultime puntate della celebre serie Black Mirror, in onda su Netflix.
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Articolo pubblicato sul n. 14 di Starbene in edicola dal 20/03/2018