di Ida Macchi
Nonostante sia approdata persino negli ospedali pubblici e sia usata da milioni di italiani, l’omeopatia deve fare ancora i conti con molti detrattori.
Parte della comunità medica continua a definire i suoi rimedi farmaci utili solo per malattie minori, tra cui il raffreddore, o nel peggiore dei casi è “acqua fresca”. «Non è così», sottolinea Paolo Bellavite, professore di patologia generale all’Università di Verona, che con il suo team ha compiuto numerosi studi per valutare gli effetti dell’omeopatia. «Abbiamo visto che i farmaci omeopatici agiscono in vari modi: per esempio, sui recettori delle cellule dell’infiammazione (basofili e granulociti), modulandone e riducendone l’attività, e sui neuroni. Inoltre, contrastano la produzione di radicali liberi e regolano il funzionamento delle cellule, con meccanismi simili a quelli dei farmaci più “tecnologici”, come i biologici», dice l’esperto.
Per questo con l’omeopatia si curano anche malattie gravi. All’ospedale Sacco di Milano e in quello di Lucca, i rimedi omeopatici vengono prescritti ai malati di cancro, per alleviare gli effetti collaterali di chemio e radioterapia. E questa medicina viene usata per molte malattie croniche in vari ospedali della Toscana (Pisa, Firenze, Pitigliano) e al San Pietro Fatebenefratelli di Roma. Starbene ha raccolto la testimonianza di tre lettrici che non riuscivano a guarire con la medicina ufficiale e che con l’omeopatia hanno risolto i loro problemi.
MENOPAUSA PRECOCE
L’HO EVITATA A 30 ANNI GRAZIE AL PLATINO
«A 25 anni il mio ciclo si era bloccato per ben 6 anni di fila. La diagnosi: menopausa precoce. Cura: terapia ormonale sostitutiva. L’unica chance per tornare a star bene erano gli ormoni! Per fortuna un’amica mi consiglia un medico omeopata. Fisso la visita e, dopo un lungo colloquio, esco con un rimedio: il platino. Sono scettica, ma nel giro di 2 settimane ecco le mestruazioni. Da allora il mio ciclo è stato sempre puntuale».
Mariella, 40 anni, Lucca
La spiegazione dell’omeopata. «Questa medicina agisce secondo il principio di “similitudine”: curare un disturbo con dosi infinitesimali dello stesso principio attivo che a dosi massicce lo provoca», spiega Elio Rossi, responsabile dell’Ambulatorio di omeopatia della ASL 2 Lucca, struttura regionale di riferimento. «È proprio la dose a fare la differenza, e che trasforma la stessa sostanza da tossica in curativa. Quando è estremamente diluita, funziona infatti da stimolo positivo: attiva l’organismo e lo fa reagire in senso contrario. Come è successo a Mariella: il platino, usato con una posologia da farmaco tradizionale, mette a riposo l’ovaio. Se infinitesimale, come nel rimedio omeopatico, ne riattiva le funzioni, perché è quel tanto che basta per trasformare l’organismo in primo attore della sua guarigione».
FIBROMIALGIA
È SPARITA DOPO ANNI DI CORTISONE
«Le chiamo gocce magiche perché grazie a loro ho sconfitto la fibromialgia. Soffrivo di dolori da 10 anni, passati ingurgitando antidolorifici e cortisone senza alcun risultato. Mi hanno proposto persino gli psicofarmaci... Mi sono rivolta, disperata, anche a un omeopata e, per la prima volta, ho trovato un medico che ha ascoltato tutta la mia storia, e non solo i sintomi. Mi ha prescritto le miracolose goccioline di cereus bonplandii che, nel giro di pochi mesi, mi hanno liberato da stanchezza e dolori. Così sono rinata».
Valeria, 37 anni, Torino
La spiegazione dell’omeopata. «La fibromialgia non è “solo” un mix di dolori, ma è l’espressione di uno squilibrio della persona», spiega Davide Casalini, medico omeopata presso l’Associazione Omphalon a Torino. «Il rimedio va scelto tenendo conto anche del temperamento o dello stato emozionale del paziente. Non esiste una cura valida per tutti: diversa, per esempio, quella adatta a chi reagisce alla sofferenza chiudendosi a riccio da quella indicata a una persona che si ribella, come Valeria. Il rimedio è quasi un abito su misura: entra in frequenza con l’intera persona e mette in moto, a 360°, le sue capacità di autoguarigione».
VERRUCHE SUL VISO
NEANCHE LA CRIOTERAPIA FUNZIONAVA PIÙ
«Dagli 8 agli 11 anni ho sofferto di verruche sul viso. Ho combattuto per tre anni con queste escrescenze che comparivano sulla faccia. Mi ricordo che i medici avevano tentato di tutto per farle andar via, persino "bruciandole" con la crioterapia. Nulla da fare: ricomparivano sempre. È stato allora che un pediatra esperto in omeopatia ha consigliato a mia madre di darmi un medicinale omeopatico: Thuya occidentalis. Le verruche sono scomparse in quindici giorni. Thuya mi ha salvato l’adolescenza!»
Cecilia, 45 anni, Roma
La spiegazione dell’omeopata. «I granuli sono molto efficaci nella cura delle malattie cutanee croniche e recidivanti come quella di Cecilia», spiega Tommaso Lovecchio, pediatra omeopata a Bari. «I pazienti che li assumono hanno lunghi periodi di remissione dei sintomi e le fasi di riaccensione sono assai più brevi e meno aggressive. Non solo: come per la nostra amica, spesso l’omeopatia riesce dove altre cure hanno fallito. Inoltre, grazie all'assenza di tossicità chimica e alla possibilità di associarle ad altri farmaci è possibile prescrivere queste cure anche ai bambini e alle donne incinte».
Articolo pubblicato sul n° 15 di Starbene in edicola dal 31 marzo 2015