Dimentichiamo per un attimo che è la velina bionda più famosa della tv, che ha condotto Striscia la Notizia e che d’estate ci ci fa sorridere con Paperissima Sprint, perché a vederla dal vivo, Maddalena Corvaglia, classe 1980, è una fit girl assoluta, con un fisico scolpito con grazia e muscoli perfetti, allungati e torniti il giusto. Insomma l’immagine di una femminilità energica e solare. E non stiamo parlando di una ossessionata dal workout, perché Maddalena con lo sport ci si diverte proprio, specie se può praticarlo con degli attrezzi, che preferisce agli esercizi a corpo libero: «Se domani inventassero delle molle da mettere ai piedi per saltare come un camoscio, tranquilli che sarei la prima a sperimentarle», afferma.
Non è quindi un caso che il set di questo numero di Starbene sia proprio una palestra di pole dance (la Pole Dance Area di Milano) e che Maddalena sia la protagonista del servizio di moda acrobatico. «La pole dance, ossia un misto tra ginnastica e danza con la pertica, è una delle mie passioni. Mi piace soprattutto perché impone un controllo potente di tutta la muscolatura e poi perché mi fa guardare la vita da prospettive diverse, dall’alto in basso o a testa in giù».
E sembra sia davvero un gioco quando Maddalena, come una fatina Winx, si allunga senza sforzo sul palo, nonostante drappeggi e tacchi e suscitando gli «Oh!» di ammirazione della troupe. Una super sportiva come lei non poteva non avere una palestra: con l’amica di una vita, Elisabetta Canalis, ne ha inaugurata da poco a Los Angeles una bellissima. «Ma lascio che sia Elisabetta a occuparsene. Sono tornata in Italia perché è qui che voglio crescere la mia bambina (la piccola Jamie, nata dal matrimonio ormai archiviato con il chitarrista Stef Burns, n.d.r.).
Come nasce questo legame forte con lo sport?
«Non è sempre stato così. Quando ero piccola fare sport mi divertiva, ma poi è arrivato il momento del lavoro, quando fare attività fisica era indispensabile per mantenersi in forma. La verità? Detestavo l’obbligo di andare in palestra e qualunque disciplina mi annoiava. Così con il tempo ho capito che dovevo dedicarmi solo a ciò che mi piaceva e mi faceva risentire il frizzo di gioia e leggerezza di quand’ero bambina».
Fai un elenco di tutti gli sport che pratichi.
«Sono una principiante in tutto, perché sono tante le cose che mi piacciono. Amo le discipline da combattimento, come il kick boxing e il krav maga, un’ottima tecnica di autodifesa che insegna anche a gestire situazioni di panico. In poche parole, perfetto per noi donne, lo consiglio a tutte. Poi c’è la pole dance e le altre discipline aeree con cerchi e tessuti, ma adoro anche gli esercizi alla sbarra del calisthenics, che aiutano a costruire un fisico tonico e femminile al tempo stesso. Qualsiasi cosa mi capiti a tiro e mi diverta diventa il mio nuovo gioco. Un esempio? Da qualche tempo sono impazzita per lo skateboard e lo uso anche per accompagnare a scuola Jamie: se la mattina vedete una bambina bionda su un monopattino e appresso una mamma sullo skate, siamo noi».
Quante ore dedichi all’attività fisica?
«Non conto le ore. L’importante è passare dal concetto di allenamento obbligatorio - e quindi noioso, che non si vede l’ora di finire - a quello di divertimento, che non si vede l’ora di continuare. Per questo non riesco a quantificare. È come quando esco con lo skate: non mi sto allenando, mi sto divertendo come una matta. Posso solo dire che, se per un motivo o per l’altro, un giorno non mi muovo, non mi sento al 100 per 100. Comunque posso tenermi in esercizio anche a casa: ho un palo da pole montato in salotto».
Trentanove anni ma sembri una ragazzina. Svelaci i segreti della tua alimentazione.
«Nessun segreto, sono più un tipo da carne e pesce che da pasta e so autodisciplinarmi. Se un giorno pasticcio, quello dopo seguo un regime detox. Un mio classico è prepararmi una borraccia con acqua, limone e zenzero e portarmela dietro. Un vizio però ce l’ho: il cioccolato, meglio se sotto forma di merendine. Ora preferita per queste abbuffate? Lo confesso, in piena notte».
E nel tuo beauty case non manca mai...
«Il copriocchiaie, non esco senza. Unica eccezione d’estate, quando l’abbronzatura minimizza gli “occhi da panda”».
Descriviti con un paio #hashtag.
Il primo è #strongisthenewskinny e cioè quello di cui sono fermamente convinta: la vera bellezza è energia e potenza. Il secondo: #stronglikeme, il medesimo concetto riferito a me stessa».
Qual è il tuo punto debole?
«L’altezza, credo: due o tre centimetri in più non li avrei rifiutati. Così come non mi sarebbe spiaciuto essere una vera bionda».
Parliamo di moda. Che rapporto hai?
«Ottimo! Mi piacciono i capi fitting, chi mi conosce mi prende anche un po’ in giro. Il vestito perfetto per Maddalena, dicono? O corto corto o stretto stretto. Il mio punto debole però sono le scarpe. In camera ho due armadi dedicati solo alle calzature: in uno le sneakers, nell’altro i modelli più femminili. Non fatemi fare una stima del numero perché mi vergogno. Mi piacciono così tanto che per Deichmann ho appena firmato una collezione con modelli sia street style sia da sera» (Star Collection by Maddalena Corvaglia, da 19,90 € su deichmann.com).
Hai un altro capo-cult?
«Da biker non posso che dire il chiodo: ne posseggo una collezione, da quelli mini da mettere con gli abitini a quelli da maschiaccio per andare in moto, un’altra delle mie passioni».
Cosa guidi?
«Una Ducati. Andare in moto è un’altra cosa che mi rende felice. Il primo giro l’ho fatto a 11 anni con un vespino (che poi mi hanno sequestrato). Ero un tipetto pericoloso, da impennate e senza casco: mia mamma ne è ancora disperata. Ora guido al massimo della prudenza ma sapermi in moto le fa ancora paura».
L’amicizia con Elisabetta Canalis dura da più di 20 anni. Unite per la pelle?
«Indivisibili. Ci siamo conosciute che eravamo due ragazzine appena arrivate a Milano e tra noi si sono subito instaurati complicità e affetto. Il nostro segreto? Siamo perfettamente complementari. Lei, che da sarda dovrebbe essere la più ombrosa e difficile, è invece solare e affettuosissima. Se mi capita un momento no in cui non mi va neanche di parlare al telefono, siate certi che Elisabetta alla fine la spunta, magari assediandomi con messaggi firmati “la tua stalker”. Non solo è l’amica che c’è sempre nei momenti difficili, ma è anche l’unica che riesce immancabilmente a strapparmi una risata».
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Articolo pubblicato nel n° 23 di Starbene in edicola dal 21 maggio 2019