di Manuela Porta
Il 24 ottobre scorso si sono aperte le porte della prima “Stanza della Meditazione”, in un Istituto detentivo nella Casa Circondariale Pagliarelli “Antonio Lorusso” di Palermo. Polizia penitenziaria, personale civile e detenuti possono ora meditare insieme, in uno spazio appositamente creato per la cura del sé e del proprio ambiente interiore, dalla sfera emozionale alle proprie relazioni.
Un progetto unico in Italia, proposto e ideato da Daniel Lumera, biologo naturalista, esperto di scienze del benessere e fondatore dell’associazione My Life Design ODV, che tra le varie attività statutarie porta progetti di giustizia consapevole nelle carceri del nostro Paese fin dal 2017.
Accanto a Lumera, la direttrice dell’Istituto Maria Luisa Melato, le funzionarie giuridico-pedagogiche Rosalba Petruso e Simona Patelmo, la capo area trattamentale Rosaria Puleo, la responsabile dell’area Giustizia My Life Design ODV Cristina Franchini, la referente regionale Francesca Maccadino.
I progetti dedicati ai reclusi
La Casa Circondaria Pagliarelli è la prima ad aver dato vita a una vera e propria stanza dedicata alla meditazione, con tanto di targa sulla porta, un luogo di raccoglimento e silenzio, aperto sia ai detenuti sia al personale civile e alla polizia penitenziaria. La Stanza della Meditazione è un progetto che nasce dall’impegno dell’area Giustizia dell’Associazione My Life Design ODV, che si prodiga già su progetti di educazione alla libertà interiore e responsabilità, rivolta ai detenuti come aiuto al reintegro nella società (“Caro Amico ti scrivo” nel 2021 e “Liberi Dentro” dal luglio scorso, progetto pilota di educazione alla consapevolezza).
«Condivido l’idea di fondo di questi progetti, Liberi Dentro e la Stanza della Meditazione, per la quale abbiamo anche ricevuto un elogio», afferma Maria Luisa Melato, direttore l’istituto. «Auspico che, come Istituto, si possa replicare l’esperienza per il personale trattamentale e di polizia anche fuori servizio, individuando una stanza appositamente dedicata anche al di fuori delle sezioni, avviando un progetto pilota mirato, a cui abbinare rilevazioni scientifiche per monitorarne gli effetti».
Il carcere come opportunità di crescita
«Un passo certamente importante, il primo verso la diffusione di un approccio innovativo nell’ambito della Giustizia, a beneficio di tutti coloro che abitano a vario titolo il carcere e dell’intera comunità», dice Daniel Lumera. «Il nostro intento è dimostrare, dati alla mano, l’efficacia di istituire spazi come la Stanza della Meditazione e percorsi di educazione a consapevolezza, responsabilità e libertà. Per questo collaboriamo con università e realtà che possano rilevarne scientificamente gli effetti».
Una stanza per dare speranza e aprire una nuova via alla redenzione. «Una stanza che apra un modo diverso di vivere la condizione detentiva restituendo il suo significato più profondo di opportunità trasformativa ed evolutiva della persona», aggiunge Rosalba Petruso.
I benefici del perdono
Attraverso i dialoghi del perdono si arriverà a esplorarne il valore che migliora la qualità della vita sotto l’aspetto personale, razionale e sociale, applicabile in ogni ambito. Il perdono inteso come per-dono appartiene alle abilità e virtù basilari di un nuovo modo di essere umani, un allenamento neurale del cervello che sviluppa capacità fondamentali della sfera personale relazionale e sociale quali trasformare i problemi in risorse, gestire i conflitti, sviluppare l’empatia matura, e la cultura integrata della pace.
Sono molteplici gli studi attorno agli effetti benefici della pratica del perdono e le più recenti ricerche scientifiche nell’ambito delle neuroscienze hanno evidenziato le ricadute positive sul sistema circolatorio immunitario e nervoso consacrandolo come strumento fondamentale per la salute e la qualità della vita, oltre ai soli ambiti psicologico-spirituale. Da qui è derivata una vera e propria scienza del perdono che sta avendo un impatto sociale ed educativo sempre maggiore in vari campi di attuazione.
Il progetto pilota è partito al femminile
Al Pagliarelli, che conta circa 1.400 detenuti, il progetto pilota è partito al femminile già nel 2023. «Ha voluto rappresentare un'opportunità per le detenute, spesso penalizzate all’interno del carcere nei percorsi educativi e di professionalizzazione», dice Cristina Franchini, responsabile area Giustizia My Life Design ODV.
Il primo gruppo di partecipanti è stato di 24 donne, che ora proseguono il percorso meditativo anche autonomamente; i formatori entrano solo per incontri di approfondimento. La meditazione si è dimostrata un sostegno parallelo a quello psicologico.
Ciò che viene appreso, inoltre, una volta scontata la pena, potrà essere messo in pratica e diventare magari in futuro una professione.
Uno dei principali scopi del progetto è di smorzare diatribe, scontri, rancore. Anziché dare sfogo alla rabbia, le detenute hanno compreso che in quella Stanza è più facile fare emergere la condivisione a scapito dei conflitti. La pratica prevede anche un momento di riscaldamento corporeo che, oltre ad apportare benefici fisici, aiuta ad attenuare le tensioni.
Come evolverà il progetto Stanza della Meditazione
Per il 2024, su richiesta dell’Istituto penale, sarà presentato un nuovo progetto esteso via via a tutte le donne recluse del Pagliarelli per poi arrivare ai detenuti.
Il progetto pilota del 2023 ha dato risultati talmente positivi che l’Università di Palermo, attraverso la collaborazione di psicologhe, si occuperà di somministrare test psicometrici prima dell’avvio del nuovo gruppo e poi periodicamente per un anno su tutti i partecipanti, uomini e donne. Successivamente i dati saranno raccolti in una pubblicazione. Contemporaneamente, l’Istituto fornirà il numero di rapporti disciplinari a carico dei partecipanti al progetto da confrontare con quelli precedenti, a conferma della reale efficacia del percorso.
«La meditazione è un linguaggio universale fatto di silenzi e ascolto che lascia la parola alla vita», afferma Lumera. «Compreso da popoli, nazioni, culture anche molto diverse, porta pace consapevolezza compassione, empatia: possiamo quindi considerarlo un'espressione artistica».
A Milano un evento tra meditazione e arte
Per mettere in evidenza e condividere l’efficacia della meditazione su mente e corpo, in comunione con il mondo della scienza e dell’arte, sabato 2 marzo 2024 a Milano, dalle 10 alle 21, Daniel Lumera proporrà un evento di meditazione per Milano MuseoCity 2024, riprendendo la performance “La Mente Meditante” tenutasi a Roma nel settembre del 2022 presso il Museo MAXXI. Praticherà affiancato da artisti e ospiti del mondo della scienza e della spiritualità.
Le opere d'arte parlano, trasmettono emozioni, sogni, paure desideri: allo stesso modo il silenzio della meditazione consente un viaggio profondo dentro il sé.
L’evento "Meditation Rave" sarà ospitato al FLA FlavioLucchiniArt Museum situato al Superstudio Più in Via Tortona 27 a Milano, con più di 600 opere dell’artista esposte.
Grazie a strumentazioni tecnologiche innovative, messe a disposizione da Henesis, azienda specializzata nella ricerca dello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative, saranno rilevate in tempo reale le onde cerebrali di Daniel Lumera durante la meditazione e restituite in colore. Gli ospiti saranno invitati a praticare la meditazione accanto a lui per creare un'opera d’arte collettiva, volta al risveglio delle coscienze. Le pratiche meditative avranno inizio alle ore 10, 12, 15, 17 e 19 con visita al percorso espositivo a seguire.
Per informazioni: www.meditationrave.com - [email protected].
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