di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
La notizia si è diffusa a partire dagli Stati Uniti – da Houston per la precisione – e sta arrivando anche in Italia via social network. Circa un mese fa lo Humane Animal Rescue Project, un gruppo di operatori e veterinari texani, ha riscontrato particolari lesioni nella bocca di quattro cani che avevano giocato con una pallina da tennis (la ditta produttrice è la Penn).
Alfred Restivo, fondatore del gruppo, ha rilasciato un’intervista a People, in cui spiega come i cani non abbiano ingerito la pallina, ma che l’abbiano solo leccata e mordicchiata. Sul palato e sulla lingua dei quadrupedi sono apparse ustioni e lesioni molto dolorose, al punto da rendere difficoltosa l’ingestione di cibo e acqua.
L’azienda è subito intervenuta per spiegare che mai e poi mai ha cambiato la composizione con cui vengono prodotte le palline e che, in decenni di storia, non aveva mai riscontrato alcun problema del genere. Allo stesso modo il presidente dell’Associazione Americana Medici Veterinari, John de Jong, ha dichiarato che non si ha alcun riscontro, nella storia, di episodi di questo tipo. La correlazione tra sostanze presenti nelle palline da tennis e lesioni ai tessuti dei cani è, in conclusione, priva di fondamento.
L’unica raccomandazione da parte dei veterinari è di controllare che il nostro fido quadrupede non riesca a tagliare la pallina in pezzettini, piccoli al punto da essere ingeriti.
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Articolo pubblicato sul n. 31 di Starbene in edicola dal 17/7/2018