È un dato di fatto: chi è stato colpito dal Covid-19 spesso fatica a rimettersi in forma. «Secondo i dati dell’OMS la “sindrome post-covid” riguarda circa un terzo delle persone contagiate, anche se sono clinicamente guarite e non hanno avuto sintomi particolarmente pesanti», esordisce il dottor Attilio Speciani, specialista in immunologia clinica, docente al master in nutrizione all’Università di Pavia e direttore scientifico di eurosalus.com.
«Significa che una persona su tre, a distanza di settimane o mesi dalla guarigione, non ha ripreso lo stato di salute precedente, e a volte manifesta alterazioni della regolazione degli zuccheri e disfunzioni della tiroide dovute proprio all’infezione. Probabilmente sono transitorie, ma non è ancora del tutto chiarito».
Post-Covid, i sintomi più comuni
Stanchezza immotivata, disturbi della memoria, dolori articolari e muscolari, riduzione dei sensi dell’olfatto e del gusto. «Gli immunologi hanno evidenziato che, tra le cause di questi disordini, vi sono gli effetti della glicazione, cioè i danni ossidativi sulle proteine legati a un eccessivo consumo di zuccheri: dai dolci ai cibi super raffinati, dall’eccesso di frutta agli alcolici, dalle bibite zuccherate al caffè dolcificato bevuto più volte al giorno», prosegue Speciani.
«Inoltre si riscontrano spesso in questi pazienti delle carenze di cromo, che riequilibra il metabolismo degli zuccheri, di manganese, che rende disponibile l’energia, di selenio (fondamentale per la funzionalità tiroidea) e di coenzima Q10. Ovvero una “quasi vitamina”, importantissima per la respirazione cellulare».
Oggi la temuta glicazione delle proteine può essere misurata con il Glycotest che, attraverso un piccolissimo prelievo di sangue capillare dal polpastrello, misura due molecole (il metilgliossale o MGO e l’albumina glicata o AG): consentono di individuare precocemente eventuali danni da picchi di zuccheri.
Una dieta come terapia
Seguendo per un paio di settimane la dieta giusta è possibile correggere il tiro, evitare o ridurre la glicazione e ricaricare di energia l’organismo che ha subìto l’affronto del Covid.
La dottoressa Linda Vona, biologa nutrizionista presso il Centro Medico SMA di Milano, ha preparato un menu leggero e appetitoso, adatto a tutti i convalescenti. Controllando gli zuccheri e inserendo molto pesce, verdure, frutta e semi oleosi, vi aiuterà a ricaricare le batterie.
Fai incetta di cromo, manganese, selenio e Q10
Il cromo è un minerale utile a regolare i livelli di glicemia e di insulina, che possono risultare “sballati” a causa dell’infezione da Covid. Si trova nella curcuma, nella cannella, nei chiodi di garofano, nei legumi, nei cereali come quinoa, segale, riso e pasta integrali.
Quanto al manganese, ne bastano microdosi per mettere il turbo al metabolismo energetico. Si trova nel tè verde, nel cacao amaro, nella frutta secca a guscio, nei semi oleosi, nelle crucifere (broccoli, cavoli, cavolfiore), negli spinaci e nella misticanza.
E il selenio? Senza questo oligoelemento la tiroide non lavora bene. Abbonda nel tonno, nel merluzzo, nell’orata, nelle seppie, nel polpo, nei gamberi e gamberetti, nelle noci.
Infine il coenzima Q10, potente antiossidante che amplifica la respirazione cellulare: ne sono ricchi il pesce azzurro (sgombro, merluzzo, alici, sarde), la carne bovina e derivati (bresaola, roast beef, fettine di vitello arrosto), le uova , la soia e derivati (tofu, edamame, tempeh) e i cereali integrali.
IL MENU SETTIMANALE
Ecco la dieta post-Covid preparata per i nostri lettori dalla dottoressa Linda Vona.
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