Pokémon Go utilizza la “realtà aumentata”, ed è la prima volta che succede nel mare magnum dei giochi per smartphone. Significa che sullo schermo del telefonino, grazie alla fotocamera e al gps, compaiono i paesaggi circostanti, dentro i quali si materializzano personaggi virtuali, che bisogna acchiappare. Ed è proprio il mix fantastico-reale che affascina. «Nelle nostre mani, sul display si apre un mondo magico, solo in parte reale, con tanti elementi attrativi», precisa Luca Mazzucchelli, vice presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia. «C’è la curiosità, la motivazione all’esplorazione, la gratificazione quando si cattura un personaggio». Però, non è tutto oro ciò che luccica.
Negli Stati Uniti, dove è arrivato prima che in Italia, il game ha già causato qualche problema: a New York, centinaia di appassionati si sono riversati in massa a Central Park a inseguire un raro mostriciattolo virtuale, avvistato solo lì. Qualcuno non ha esitato ad abbandonare l’auto in mezzo al traffico, pur di colpirlo. Nel Missouri, invece, 4 adolescenti che cercavano Pikachu in una zona isolata sono stati rapinati e derubati. Insomma, dietro le apparenze di un gioco innovativo e innocuo qualche pericolo c’è.