di Roberta Camisasca
Notti difficili per 13 milioni di italiani, alle prese con i disturbi del sonno. Il prezzo da pagare, quando la sveglia suona, è alto: torpore, cattivo umore, difficoltà di concentrazione. E al volante il rischio di incidenti raddoppia, rivela uno studio dell’Università di Genova.
Anche tu hai problemi di sonno? L’ipnosi può darti una mano a risalire alle cause del disturbo e, come conferma una ricerca dell’Università di Dallas (Usa), a ridurre i risvegli notturni o molto precoci.
Come agisce
«Ogni 90 minuti il cervello va incontro a un fenomeno chiamato “trance”, una pausa dalle attività, che gli serve per recuperare energie», spiega la dottoressa Francesca Ebe Albanese, psicologa e psicoterapeuta esperta in ipnosi a Milano.
«L’ipnosi asseconda questo meccanismo naturale, sfruttandolo per ottenere benefici terapeutici. Ma non si tratta di uno stato di sonno: il soggetto è vigile, cosciente e padrone delle sue azioni».
La seduta
«Dopo aver ricostruito la storia del paziente e inquadrato nel dettaglio il disturbo, il terapeuta induce, in modo graduale e non invasivo, uno stato di rilassamento profondo che favorisce l’emergere di vissuti emotivi, comportamenti e sensazioni, mentali e fisiche, che possono essere all’origine dell’insonnia», spiega la dottoressa Albanese.
«Con l’ausilio di diverse tecniche (immaginazione guidata, metafore, storie, suggestioni) indaga su questi aspetti, soprattutto se inconsci, e li fa emergere, superando la barriera della razionalità.
Per esempio, durante la trance l’operatore cerca di far associare un’immagine che illustri lo stato d’animo (potrebbe essere la rabbia repressa), possibile causa delle notti agitate.
Durante la seduta, si può restare in silenzio o dialogare con il terapeuta. Alcune persone preferiscono chiudere gli occhi, ma non è tassativo. Al termine, si viene orientati di nuovo nel presente e segue un momento di confronto: si può ricordare cosa è stato detto oppure no».
I risultati
La terapia è indicata in tutti i casi di insonnia, specialmente se causata da un’ipereccitazione del sistema nervoso e una reattività agli stimoli stressanti più alta del normale, che impedisce di rilassarsi e riposare bene.
Può essere d’aiuto sia quando l’origine è psicologica, come traumi passati, disturbi d’ansia, depressione (anche affiancata da sedute di psicoterapia), sia fisica, come dolori articolari o muscolari.
Nei casi di insonnia lieve, i benefici si possono evidenziare già dopo 2-3 sedute, che durano circa 45 minuti ciascuna, e si svolgono a cadenza settimanale. L’importante è affidarsi a ipnotisti professionisti, medici o psicoterapeuti specializzati: li trovi sul sito della Società italiana di ipnosi (societaipnosi.it). I costi sono variabili: partono da 40 € e possono superare i 100 € a seduta.
Si può fare anche a casa
Per potenziare i benefici delle sedute, lo psicoterapeuta, dopo qualche seduta, può suggerire e guidare la persona nella pratica dell’autoipnosi, che consiste nell’induzione autonoma della trance.
È utile per raggiungere uno stato di rilassamento profondo prima di coricarsi, ma non può essere usata, da sola, a scopi terapeutici (per guarire dall’insonnia).
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Articolo pubblicato sul n. 7 di Starbene in edicola dal 30/01/2018