La stagione fredda per i bambini è quella degli aerosol, spesso prescritti per affrontare i malanni di stagione. «In Italia c’è un abuso di questa terapia, prescritta anche quando non ci sono prove scientifiche della sua efficacia e in malattie che spesso si risolvono da sole, per assecondare e tranquillizzare quei genitori che insistono per avere comunque una “cura”», sottolinea la pediatra e infettivologa Susanna Esposito.
Aerosol, inultile per raffreddori e sinusiti
L’aerosolterapia nebulizza i farmaci in goccioline microscopiche e riesce a farli arrivare velocemente nelle basse vie respiratorie. «È quindi superfluo usarla nei problemi delle alte vie aeree, come raffreddori, sinusiti, faringiti, tonsilliti e, anzi, può essere controproducente, perché secca le mucose e può favorire la loro colonizzazione da parte dei batteri», spiega la pediatra. «In questi casi possono essere utili e sufficienti lavaggi nasali con soluzione fisiologica (cioè a base di acqua e sale) associati a riposo, paracetamolo in caso di febbre, e antibiotici se l’infezione è di tipo batterico».
Secondo la pediatra i lavaggi andrebbero fatti di routine nei mesi freddi, specie nei bambini che frequentano nidi e materne, per umidificare le mucose. L’aerosol non trova indicazione neppure in caso di polmonite o di bronchite acuta catarrale. «L’uso dell’aerosol per veicolare mucolitici che sciolgano il catarro non ha, infatti, un’efficacia dimostrata», continua l’esperta. Inoltre, nella bronchite acuta (generalmente di origine virale) non c’è broncospasmo, cioè il restringimento dei bronchi che rende difficoltoso respirare.
Aerosol combatte il broncospasmo
«L’aerosol è nato per contrastare i broncospasmi: asma bronchiale e bronchite asmatica sono i due casi in cui sortisce i migliori effetti, nebulizzando soluzione fisiologica, corticosteroidi e broncodilatatori», ribadisce Esposito. «Si può poi usare, con soluzione fisiologica e cortisonici, in caso di laringite. Infine, trova indicazione anche nella bronchiolite, un’infezione virale delle ultime diramazioni bronchiali: si comincia con una soluzione ipertonica (acqua purificata con sali) e, solo nei casi più gravi, si aggiunge un broncodilatatore (il salbutamolo)».
Bisogna scegliere l’apparecchio giusto
Perché sia davvero efficace, nei casi in cui è indicata, l’aerosolterapia deve essere fatta con l’apparecchio giusto: «Prima dell’acquisto verifica con il farmacista qual è la dimensione delle particelle nebulizzate: devono essere piccole (cioè con una dimensione tra 0,5 e 5 micron) per raggiungere facilmente e rapidamente i bronchi», raccomanda la professoressa Esposito.
Se, poi, lo strumento è destinato a bimbi piccoli, preferiscilo a ultrasuoni: è più costoso, ma meno rumoroso e più rapido, quindi meno fastidioso. «In alternativa puoi optare per un distanziatore, una sorta di tubicino con tanto di mascherina che, applicato a bombolette spray con farmaci predosati, permette di nebulizzare in profondità la stessa quantità di principio attivo dell’aerosol, ma in pochi secondi e senza soluzione fisiologica», dice Esposito.
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