Se anche tu sogni una società più giusta, questa notizia ti scalderà il cuore. Intesa Sanpaolo ha stanziato 1,5 miliardi di euro contro le disparità sociali, per iniziative e progetti finalizzati alla riduzione delle disuguaglianze entro il 2027.
Il mantra della sua missione è “Nessuno escluso”, che risuona di fatti tangibili ben oltre il semplice slogan. Obiettivo: il bene della collettività. Un esempio concreto? Sempre spronato da questo forte proposito di inclusione sociale, il Gruppo ha anche rinnovato la collaborazione con la Caritas Italiana, per il quarto anno consecutivo. Un altro passo dalla parte dei più fragili.
Lo stanziamento contro le disuguaglianze
A Brescia, a fine ottobre, è avvenuto l’annuncio del consistente stanziamento contro le disuguaglianze, non a caso durante il convegno “Nessuno escluso. Crescere insieme in un Paese più equo. L’impegno di Intesa Sanpaolo”. A sostegno dell’incontro il caldo plauso di Papa Francesco, che con una lettera si è rivolto così al consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina: «Caro fratello, mi congratulo per l'iniziativa, nella quale proporrete esempi concreti di come una banca può lavorare per l’inclusione».
Ed ecco la presa di responsabilità di Carlo Messina, a nome del Gruppo, rivelata di fronte a una platea di esponenti di istituzioni nazionali ed europee, organizzazioni non profit e imprenditori: «I dati che costantemente raccogliamo, segno della nostra attenzione alla vita del Paese, ci confermano come un’ampia fascia della popolazione italiana sia esclusa dalla possibilità di godere dei livelli di benessere individuale propri di un’economia avanzata. Destinando un miliardo e mezzo di euro al sociale entro il 2027, prendiamo un ulteriore forte impegno verso gli azionisti, i clienti, la società nel suo complesso per contrastare questa situazione».
Il programma di contrasto alle povertà di Intesa Sanpaolo è il più grande realizzato in Italia da un soggetto privato.
La nuova struttura per il sociale con sede a Brescia
E non è tutto. Per rafforzare la sua strategia d’intervento a favore del Paese, dei territori e delle comunità, la banca si è dotata anche di una nuova specifica unità organizzativa, con sede a Brescia, denominata “Intesa Sanpaolo per il Sociale”. Le sue funzioni sono di indirizzo e di governo delle attività sociali svolte dal Gruppo per favorire l’uguaglianza di opportunità.
«Per noi è importante andare oltre le dichiarazioni di principio e tradurre i nostri valori in un impegno quotidiano e credibile frutto di una precisa strategia, di politiche aziendali, di azioni e di consuetudini attente alle esigenze dei territori e delle comunità», ha sottolineato Carlo Messina. «Per questo creiamo una nuova unità organizzativa dedicata in esclusiva a questa attività, con sede a Brescia, che seguirò personalmente. Confido che altri protagonisti del mondo economico e imprenditoriale possano sviluppare interventi di analoga natura perché una società equa e coesa garantisce una migliore tenuta del Paese per affrontare le sfide del futuro, alcune gravi, a cui è chiamato».
L’iniziativa a favore dei dipendenti Intesa
Oltre a guardare alla collettività, Intesa ha pensato anche ai suoi lavoratori, che contribuiscono alla solidità di quello che oggi è il maggior gruppo bancario in Italia e uno dei principali in Europa. In un contesto nazionale caratterizzato dal forte aumento del costo della vita, ha deciso di erogare entro la fine del 2023 un’anticipazione degli incrementi retributivi a valere sul quarto trimestre dell’anno, procedendo anche al ripristino della base piena di calcolo del TFR, in attesa degli esiti della contrattazione nazionale di settore.
«Abbiamo voluto ricordare concretamente l’impegno delle nostre persone, vere artefici dei risultati della banca», le parole di Carlo Messina. «L’anticipo dell’incremento retributivo sarà erogato entro la fine dell’anno, per intervenire rapidamente in considerazione della situazione economica, e procederemo anche con il ripristino della base piena di calcolo del TFR».
“Aiutare chi aiuta”, la collaborazione con la Caritas
Per il quarto anno consecutivo, inoltre, Intesa rinnova per il 2023-2024 la collaborazione con la Caritas Italiana, in seno al progetto “Aiutare chi aiuta” a contrasto delle povertà.
Dopo essere intervenuta a favore degli anziani e dei giovani in difficoltà, a supporto della ricerca di lavoro e dell’avviamento di nuove imprese, ora si concentra sul mondo del carcere e sul reinserimento delle persone detenute. Il suo mandato si svilupperà lungo quattro direttrici: promuovere i valori del rispetto delle regole, della legalità e degli altri come mezzo per superare le condizioni di disagio e di esclusione; distribuzione di beni primari e di prima necessità (in particolare pasti, indumenti, prodotti per l’igiene) sia in carcere sia presso strutture protette; servizi di accoglienza e accompagnamento per i detenuti in permessi premio, agli arresti domiciliari o che hanno da poco concluso il percorso di pena; corsi professionalizzanti e di accompagnamento al lavoro all’interno e all’esterno del carcere, durante e al termine del periodo di detenzione.
Nel triennio alle spalle Intesa Sanpaolo ha destinato 4,5 milioni di euro al programma “Aiutare chi aiuta”, mettendo a punto con orgoglio, dal 2020 ad oggi, un milione di interventi capillari tra posti letto, pasti, farmaci e indumenti, che hanno raggiunto 40mila beneficiari e coinvolto 80 Caritas diocesane in tutta Italia. Nessuno escluso, appunto.
«La continuità è un importante fattore di efficacia nel contrasto alle disuguaglianze. Visti i rilevanti risultati raggiunti con questa collaborazione, rinnoviamo il nostro impegno al fianco della Caritas Italiana a sostegno della sua attività meritoria», ha detto Paolo Bonassi, executive director iniziative strategiche e social impact di Intesa Sanpaolo. «Il mondo del carcere a cui abbiamo destinato il programma di attività nel 2024, è un ambito su cui Intesa Sanpaolo interviene con impegno e risorse da tempo per dare dignità e nuova speranza a chi ha sbagliato e vuole ricominciare sul binario giusto».
Gli fa eco don Marco Pagniello, direttore Caritas Italiana: «È importante avviare cooperazioni in un’ottica di corresponsabilità per cercare insieme nuove strade e modalità di lavoro, coinvolgendo la comunità, ad ogni livello, e opporre alla società dello “scarto” un nuovo modello economico che metta al centro le persone, valorizzando i talenti di cui ognuno è portatore. La partnership strategica con Intesa Sanpaolo è un esempio di coprogettazione virtuosa fra enti non profit e organizzazioni profit. È un tentativo di coniugare, a servizio del bene comune, il ruolo delle imprese per la crescita del Paese e il ruolo della rete Caritas per accompagnare le persone più ai margini».