Malattia neurodegenerativa progressiva e complessa, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) nelle prime fasi della sua comparsa sottrae anche il gusto. Ben tre pazienti italiani su quattro, infatti, sono costretti a fare i conti con la disfagia, la difficoltà a deglutire, che spesso rende i pasti molto faticosi (66%), fa passare l'appetito (53%) e la voglia di mangiare in compagnia (66%), secondo un'indagine promossa da Zambon Italia e condotta da IQVIA Italia.
Per questo, in occasione della 17° Giornata Nazionale della Sla che si celebra il 15 settembre, nasce "Sapori. Legami. Autonomia", ovvero una selezione di ricette promossa da Aisla (Associazione italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), Slafood e Zambon Italia. È stato realizzato uno speciale menù, pensato appositamente dagli chef Cristian Benvenuto, Roberto Carcangiu e Roberto Valbuzzi, con la supervisione scientifica della sede milanese dei Centri Clinici NeMO. Disponibile sul sito di Slafood, il menu mette in luce il potere della buona cucina per affrontare gli ostacoli del gusto di una patologia complessa come la Sla.
Le tre ricette per affrontare la disfagia? Parmigiana in un pomodorino, ovvero una rivisitazione della classica parmigiana con consistenza modificata. Quindi Crema di carote, carote fermentate, sfera di ricotta e salsa kefir, ricca di caratteri e sapori definiti. E infine Melone e gamberi con crema di mandorle e basilico che, grazie a una corretta densità e consistenza, fa riscoprire il piacere del cibo. Tre piatti per restituire ai 6mila italiani con Sla la gioia di condividere un pasto con la propria famiglia.
L'impatto sociale e psicologico della disfagia
La disfagia tende a comparire nelle prime fasi della malattia - nel primo anno per il 38% dei pazienti - e a peggiorare gradualmente nel tempo (53%). Finisce così per avere un forte impatto psicologico e sociale: alimenta pessimismo e sfiducia (69%), fa sentire stanchi e privi di energia (53%), cancellando anche il valore conviviale del cibo.
«Dopo la diagnosi ho provato sulla mia pelle cosa significa essere costretti a rinunciare a un buon pasto mangiato insieme ai propri cari», racconta Davide Rafanelli, presidente di Slafood e consigliere nazionale Aisla APS. «Così ho deciso di mettere al servizio di tutta la comunità Sla italiana le mie competenze culinarie e di lavorare insieme con alcuni degli chef più talentuosi del nostro Paese per creare delle ricette dalla consistenza modificata, specifiche per le persone con Sla. Così è nato anche questo speciale menù: tre piatti facili e sicuri da realizzare che vogliono aiutare i pazienti a ritrovare la gioia di mangiare in compagnia e di gustare appieno ogni momento della propria giornata».
Sla e alimentazione, la prima tappa
La selezione di ricette "Sapori. Legami. Autonomia." rappresenta solo la prima tappa di un percorso promosso dal Centro Clinico NeMO di Milano in collaborazione con Aisla e Slafood per alzare i riflettori sull’importanza della presa in carico nutrizionale nella Sla.
«L’esperienza clinica sulla Sla ci dice quanto l’alimentazione sia sempre di più uno degli aspetti cruciali nel gestire la progressione della malattia», spiega Federica Cerri, medico neurologo, referente area Sla Centro NeMO di Milano e membro Commissione Medico Scientifica di Aisla. «Per questo con Slafood e Aisla abbiamo avviato un percorso dedicato, che si basa sulle evidenze cliniche, e che si concretizzerà nei prossimi mesi in un appuntamento formativo per gli operatori del settore e i caregiver organizzato in partnership con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e porterà a un manuale pratico su Sla e alimentazione».
11 settembre 2024