Fondazione Veronesi da più di vent’anni supporta medici e ricercatori che hanno deciso di dedicare la propria vita allo studio e alla cura del tumore al seno, utero e ovaio.
Dalla sua nascita ha sostenuto 608 eccellenti ricercatori e ricercatrici impegnati sui tumori femminili e allo stesso tempo finanzia grandi progetti di ricerca con l’obiettivo di trovare strategie innovative, nuovi farmaci e nuove combinazioni terapeutiche, per aumentare la percentuale di sopravvivenza e migliorare la qualità di vita delle pazienti.
La piattaforma sul tumore al seno
Da quest'anno Fondazione Veronesi è impegnata anche nell'avvio e nell'implementazione di una piattaforma innovativa sul tumore al seno. Lo scopo principale? Personalizzare sempre di più la presa in carico delle donne con diagnosi di tumore al seno positivi agli ormoni e negativi a HER2 (HR+/HER2-) in fase iniziale.
Attraverso la tipizzazione genetica dei tumori delle singole pazienti, l’obiettivo è capire quali pazienti possono evitare la chemioterapia adiuvante a seguito di intervento chirurgico di rimozione e radioterapia, mantenendo inalterate le probabilità di superare la malattia ma riducendo gli effetti collaterali delle cure. Per una migliore qualità della vita.
Grazie alla condivisione delle storie personali di malattia delle donne che fanno parte del progetto delle Pink Ambassador, inoltre, il focus è costantemente sull’importanza della prevenzione, dei sani e corretti stili di vita e del sostegno alla ricerca scientifica d’eccellenza.
Nato nel 2014, il progetto delle Pink Ambassador è un programma semestrale di allenamento sportivo agonistico, arricchito da incontri con una psico-oncologa e una nutrizionista, riservato a ex pazienti oncologiche donne, di tutte le età, che abbiano
superato un tumore femminile. Chi ha affrontato la malattia non si tiri indietro: diventare Pink Ambassador è un'occasione di condivisione e crescita collettiva.
Tumori a seno, utero e ovaio in numeri
Il tumore al seno è il più diffuso nel sesso femminile al mondo. Se diagnosticato in tempo le probabilità di sopravvivenza sono alte, intorno all’88%; tuttavia, data la sua diffusione, è responsabile ancora del 16% di tutte le morti per cause oncologiche fra le donne. La diagnosi precoce è fondamentale ed è resa possibile grazie a screening come la mammografia.
Esistono anche sottotipi di tumore al seno particolarmente aggressivi, che sviluppano facilmente metastasi e resistenza alle terapie, come il sottotipo triplo negativo. Inoltre, stanno aumentando i casi di metastasi o ricadute che insorgono anche dopo molti anni o decenni dal primo tumore, e per i quali la ricerca sta cercando nuove terapie sempre più efficaci.
Sono 55.900 le nuove diagnosi di tumore al seno in Italia ogni anno.
Il tumore dell’ovaio è meno frequente di quello al seno, ma è più difficilmente curabile: non dà sintomi evidenti fino a stadi avanzati della malattia, e questo influisce sia sulla tempistica della diagnosi che sull’esito delle terapie. I sintomi sono generici: addome gonfio, aerofagia e necessità di urinare spesso.
Sono state 6.000 le nuove diagnosi di tumore all’ovaio in Italia nel 2022.
Il tumore dell’utero può colpire il collo (chiamato cervice) o il corpo dell’utero: queste due tipologie si differenziano per la zona colpita, le caratteristiche della neoplasia e per i fattori di rischio. Il tumore della cervice uterina è associato a uno specifico fattore di rischio: l’infezione da papillomavirus umano (HPV), un insieme di virus a trasmissione sessuale. Non a caso, pur avendo un decorso lento, questo tipo di neoplasia è più frequente al di sotto dei 50 anni di età.
Sono state 2.500 le nuove diagnosi in Italia nel 2022.
Dal 2003 Fondazione Veronesi ha sostenuto 518 ricercatori e 31 progetti di ricerca sul tumore al seno, 67 ricercatori sui tumori dell’ovaio, 19 ricercatori e 1 progetto di ricerca sui tumori dell’utero.
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