In gergo medico si chiama “aderenza terapeutica”, forse non ne hai mai sentito parlare, ma si tratta di un principio semplice: perché la cura abbia successo è necessario attenersi scrupolosamente alle indicazioni del proprio medico e assumere tutti i farmaci prescritti agli orari indicati.
Un concetto banale? Forse sì, ma che non sempre mettiamo in pratica. “Capita piuttosto spesso che un paziente interrompa la cura non appena si sente meglio”, spiega il dottor Roberto Palmieri, Presidente della Scuola Italiana di formazione e ricerca in medicine di famiglia. “Tipicamente, chi dovrebbe assumere antibiotici per sette o otto giorni magari si interrompe al sesto giorno perché si ritiene guarito, oppure non rispetta gli orari indicati e non prende una dose ogni otto ore, ma magari ogni dodici, inficiando l'efficacia della cura”.
Può capitare, inoltre, che a incorrere in errori sia chi deve prendere diversi farmaci al giorno e ha difficoltà a seguire con attenzione la prescrizione del medico di famiglia o dello specialista.
Ma perché l'aderenza terapeutica è così importante? “Una terapia seguita con cura e fino in fondo è il primo passo verso la guarigione”, spiega il dottor Palmieri. “Con il fai-da-te si rischia di star bene solo apparentemente, e dunque incorrere in una ricaduta. È importante affidarsi ai consigli del proprio medico, evitando di prendere decisioni personali senza consultarlo”.
L'aderenza terapeutica – detta anche compliance – è al centro di una campagna di informazione promossa da Teva Italia, tra le prime aziende al mondo nel settore farmaceutico, da sempre impegnata nel rendere accessibili terapie di alta qualità attraverso lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di farmaci equivalenti, farmaci innovativi, specialità farmaceutiche e principi attivi. L'obiettivo della campagna è fornire ai pazienti gli strumenti utili per capire senza incertezze l'importanza del seguire con attenzione le indicazioni del medico curante, e incoraggiare i pazienti a rivolgersi a lui in caso di dubbi o difficoltà.
Attenersi alle indicazioni del medico non è solo il comportamento migliore per noi, ma anche per la comunità. “Quando prendiamo un antibiotico in modo improprio”, continua il dottor Palmieri, “possiamo causare una resistenza batterica. Semplificando, potremmo dire che i germi non vengono debellati completamente, ma alcuni rimangono in vita e si fortificano, diventando più resistenti agli antibiotici. E quando si diffondono verso altre persone sono più difficili da eliminare, un problema di grande attualità”.
Il consiglio migliore? “Sicuramente quello di instaurare un buon rapporto con il proprio medico, affidandosi a lui per ogni dubbio o difficoltà che possiamo incontrare nel corso della cura”, conclude il dottor Palmieri. Niente più blister non completamente consumati abbandonati negli armadietti, dunque, con un po' di attenzione la nostra salute sarà più tutelata.
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