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Armadietto dei medicinali: cosa serve davvero

Per far fronte ai piccoli disturbi senza dover ricorrere all’aiuto immediato del medico occorre organizzare al meglio l’armadietto dei farmaci. Ecco che cosa serve

Foto di Myriam Zilles da Pixabay



Non farti prendere in contropiede dai piccoli-grandi disturbi, molti dei quali legati alla stagione primaverile. Qui troviun vademecum per organizzare l’armadietto dei medicinali, ossia i farmaci di primo soccorso necessari a tamponare un’allergia o un violento attacco di emicrania. Ecco che cosa serve tenere sempre a portata di mano.


Occhi rossi e naso chiuso

Occhi rossi, gonfi e prurigionosi, che lacrimano con facilità, segnalano una pollinosi, cioè una reazione allergica ai pollini di graminacee, betulacee, parietarie e cupressacee, che fioriscono nella stagione primaverile. Si accompagnano in genere alla classica rinite con naso chiuso a narici alterne, prurito alle mucose e secrezioni acquose.

Che fare? «I primi rimedi presenti nell’armadietto dei medicinali devono essere le soluzioni detergenti a base di soluzione fisiologica, acqua termale o acqua di mare, sia sotto forma di collirio sia come spray nasale», spiega Lino Di Rienzo Businco, specialista in otorinolaringoiatria e rinoallergologia presso il Coni Sport Lab di Roma. «Servono a idratare le mucose nasali e congiuntivali, sfiammarle e, soprattutto, rimuovere quei microgranuli di pollini che si comportano da allergeni. Mattino e sera, quindi, via libera alla detersione.

Per placare il fastidio vanno usati dei colliri e degli spray nasali con antistaminici di seconda generazione (levocabastina, acido spaglumico, ketotifene o nedocromile sodico) da usare mattina e sera o tre volte al giorno se necessario».


Respiro corto da allergie

In molti casi la reazione allergica può portare al broncospasmo, con “fame d’aria” e difficoltà respiratorie. In questo caso, se sai di essere un soggetto allergico, devi sempre temere un attacco d’asma e premunirti di uno spray inalatore pressurizzato e con “puff” predosati, che riunisce in un’unica bomboletta il farmaco broncodilatatore e quello cortisonico.

«Se al secondo giorno la situazione non migliora, occorre consultare un medico perché l’asma è una patologia insidiosa che non può essere gestita a lungo da soli», avverte il dottor Businco. «Qualora la dispnea (difficoltà respiratoria) sia accompagnata da febbre alta, brividi e tosse, meglio chiamare il 118 per verificare che non si tratti di un’infezione da Coronavirus».


Contro i vari tipi di dolore

Se la “cervicale” torna a colpire a tradimento o se il ciclo è più doloroso del solito, punta sugli antinfiammatori non steroidi ad azione rapida, che calmano il dolore entro 10 minuti.

Basta osservare che la confezione del medicinale riporti la scritta “fast” o “rapid”. «Si usano, in genere, le microcompresse di acido acetilsalicilico che si sciolgono subito in bocca, o le bustine di granulato effervescente, per esempio di ketoprofene», suggerisce Carlo Gargiulo, medico di famiglia. «Molto pratiche anche le bustine orosolubili in versione “tascabile”: si versa la polverina direttamente in bocca e si attende che faccia effetto nel giro di un quarto d’ora».

In mancanza di antinfiammatori, è possibile usare come antidolorifico il paracetamolo, che vanta un discreto effetto analgesico, oltre ad abbassare la febbre. In caso di mal di schiena o di dolore al collo acuto, dovuto a contratture muscolari, meglio tenere in casa anche dei cerotti autoriscaldanti, che rilasciano il calore per otto ore contribuendo a sciogliere le tensioni.

Oppure, in alternativa (ma mai usarli insieme!), puoi adoperare dei gel antinfiammatori da massaggiare sulla parte indolenzita o dei patch che rilasciano il principio attivo in loco, per via transdermica, come quelli con diclofenac.


Se brucia la gola

Contro il mal di gola funzionano bene le caramelle e gli spray disinfettanti a base di flurbiprofene, che alleviano il dolore e l’infiammazione. Ma se non  dovesse passare, meglio qualcosa di più forte, come i nuovi spray orofaringei che coniugano tre principi attivi: l’antibiotico (come la tirotricina), un anestetico locale (come la benzocaina, che attenua i bruciori) e un dinfettante/antisettico (come il cetrimonio bromuro). «In questo caso l’antibiotico, spruzzato in gola, ha un’azione localizzata e non sconvolge la flora intestinale. Se dopo due giorni il mal di gola non passa, occorre comunque farsi visitare», avverte Gargiulo.


Digestione in tilt

Il cambiamento dei ritmi e delle abitudini alimentari imposto dall’emergenza Coronavirus può portare a un diffuso nervosismo, che si ripercuote sul nostro apparato gastrointestinale. «Anche chi non soffre di bruciori di stomaco, in questo periodo di stress può andare incontro a disturbi digestivi», precisa Gargiulo.

«Si può correre ai ripari con rimedi come il bicarbonato di sodio o il citrato di magnesio da assumere a fine pasto per tamponare l’eccesso di succhi gastrici. Contro la stitichezza occasionale, dovuta anche alla mancanza di attività fisica, consiglio di aumentare l’assunzione di acqua e di verdura a ogni pasto. E se ciò non bastasse, ci si può affidare al blando effetto lassativo delle bustine di psillio, di inulina o di macrogol, fibre solubili che, richiamando acqua nell’intestino, ne facilitano il transito».


Saturimetro: che cos'è e come funziona

Si acquista online per 10 € circa ed è diventato il protagonista dei check per il Covid 19. È il saturimetro, uno strumento che rileva in modo rapido e indolore il livello di ossigeno circolante nel sangue.

«Con una specie di “molletta” si pinza un dito e si legge la percentuale di emoglobina saturata con l’ossigeno presente nel sangue capillare», spiega Gargiulo. «Se è uguale o superiore al 95% è tutto ok. Se invece è sotto il 95% significa che l’ossigenazione del sangue è scarsa. Fatto che può dipendere anche da una bronchite o da un broncospasmo da allergia».

Se però il valore sospetto si accompagna a febbre, dispnea (affanno), tosse, mal di gola, brividi, perdita della capacità di riconoscere odori e sapori e malessere potrebbe essere Coronavirus e occorre chiamare il 118.


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Articolo pubblicato sul n. 17 di Starbene, in edicola e nella app dal 21 aprile 2020