È disponibile un nuovo test diagnostico, indicato a tutti coloro che soffrono di gastrite, disturbi digestivi post-prandiali e reflusso gastro-esofageo, che si manifesta con i classici “bruciori di stomaco”. Da poche settimane è infatti possibile fare l'analisi dei succhi gastrici, come esame aggiuntivo eseguito nel corso di una normale gastroscopia, prescritta spesso dal gastroenterologo in presenza di questi sintomi.
«L’innovativa tecnica di diagnosi, chiamata Endofaster, si avvale di un dispositivo collegato al gastroscopio che aspira una piccola quantità di succhi gastrici per analizzarne in tempo reale il pH» spiega la dottoressa Edda Battaglia, responsabile del Servizio di Fisiopatologia Digestiva dell'Ospedale Cardinal Massaia di Asti.
INFORMAZIONI IN REAL TIME
«Conoscere subito, nel corso dell’esame, a quale valore corrisponde il pH gastrico consente al medico di avere delle preziosi informazioni sul tipo di patologia e sull’efficacia di eventuali terapie. Se una persona, ad esempio, sta assumendo degli antiacidi (i cosiddetti inibitori della pompa protonica), si verifica all’istante se la cura funziona o se c’è bisogno di correggere il tiro. E non è raro scoprire che quella che veniva scambiata per iperacidità gastrica, in realtà celava una situazione opposta, ovvero un pH dei succhi gastrici spostato verso valori basici. Fatto che si riscontra frequentemente nelle donne che soffrono di gastrite atrofica di origine autoimmune, spesso associata alla tiroidite di Hashimoto. In questo caso gli antiacidi, che peggiorerebbero il problema, vanno sospesi e sostituiti con dei gastropotettori, come il sucralfato».
CACCIA GROSSA ALL'HELICOBACTER PYLORI
Il dispositivo Endofaster consente, inoltre, di sapere in pochi secondi se la mucosa gastrica è infettata dall’Helicobacter Pylori, l’insidioso batterio a forma elicoidale responsabile di molte gastriti e ulcere gastriche che, se non viene debellato, aumenta il rischio contrarre il tumore allo stomaco. «Se il test risulta positivo, è inutile procedere al prelievo bioptico e al relativo esame istologico del frammento di tessuto prelevato», prosegue la dottoressa Battaglia. «Confermata la presenza dell’Helicobacter, si interrompe la gastroscopia che, in questi casi, dura molto meno (circa 6 minuti) e diventa quindi più tollerabile dal paziente. Si procede, quindi, alla prescrizione della terapia tesa a eradicare lo sgradito ospite che prevede l’associazione di due tipi di antibiotici per 5-10 giorni, insieme a un inibitore della secrezione gastrica».
In caso di ulcera gastrica e lesioni sospette, invece, questo pre-esame non accorcia i tempi perché si procede comunque alla biopsia. L’Endofaster, il cui ticket è compreso in quello della gastroscopia, per ora si esegue solo in quattro strutture ospedaliere: il Policlinico Gemelli di Roma, l’istituto Humanitas di Rozzano (Milano), l’ospedale Cardinal Massaia di Asti e l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
8 febbraio 2016
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