Dialoghi con Mr. Parkinson: il documentario che racconta la malattia
Presentato in occasione della Giornata Mondiale del Parkinson, è una conversazione con tre pazienti, un medico e una caregiver. Contiene anche una lettera speciale firmata da Vincenzo Mollica, che inizia così: «Detestabile Mister Parkinson»
«La malattia di Parkinson è come una prigione, dalla quale però bisogna uscire, trovando le chiavi giuste», dice il professor Paolo Calabresi dell'Università Cattolica e Policlinico universitario Gemelli Irccs di Roma, nel documentario Dialoghi con Mr. Parkinson. Il giornalista Vincenzo Mollica, invece, la descrive come una presenza «detestabile, insopportabile».
Il documentario per conoscere il Parkinson
Presentato in occasione della Giornata Mondiale del Parkinson, l'11 aprile, dalla Confederazione Parkinson Italia con il supporto non condizionante di Zambon, Dialoghi con Mr. Parkinson è un identikit della malattia, fatta da chi la vive costantemente. Patologia neurodegenerativa multiforme, colpisce più di 300mila italiani, con una grande varietà di sintomi, oltre 40, che si combinano tra di loro in modo e con intensità differente in ogni persona.
Mister Parkinson, infatti, è difficile da identificare e sembra che nemmeno il tremore possa essere un segno di riconoscimento: 1 paziente su 2, infatti, non trema mai o lo fa raramente e per oltre la metà il tremore non è il sintomo più insopportabile (58%), né quello più imbarazzante (50%) (secondo l'indagine "Parkinson: uno, nessuno e centomila" di AstraRicerche).
La lettera speciale firmata Vincenzo Mollica
Dialoghi con Mr. Parkinson, disponibile sul sito e sui canali social della Confederazione Parkinson Italia, si sviluppa come una conversazione con tre pazienti, un medico e una caregiver. Racconta le storie di carattere - oltre il tremore - di Giangi, Valentina e Roberto, tocca con mano l’amore incondizionato di Rossana per il marito Alberto e l’impegno clinico del professore Calabresi.
Mister Parkinson riceve anche una lettera speciale firmata da Vincenzo Mollica: «Detestabile Mister Parkinson. Inizio così questa lettera perché lei non merita le tipiche cortesie epistolari, non è né Caro né Gentile. Da quando è entrato nel mio corpaccione e lo abita con tutti i suoi effetti speciali. Ho capito una sola cosa: che lei non sparirà mai e che io posso al massimo rallentare la sua presenza. Forse l'unico modo per combatterla, Mister Parkinson, è di cercare la serenità, di non smettere di usare l’arma dell'ironia e di avere in tasca sempre qualche sorriso da usare nei momenti più bui».
La celebrazione della forza di pazienti e caregiver
«Abbiamo realizzato Dialoghi con Mr. Parkinson per raccontare la malattia e la sua complessità, che va ben oltre i tremori e i problemi di movimento, a tutti gli italiani, ma soprattutto per celebrare la capacità dei pazienti, dei caregiver e della scienza di reagire alla sua invadenza», dice Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia. «Sì, perché la convivenza con Mister Parkinson è come una partita a scacchi: ogni volta che si crede di avere imparato a gestirlo, arriva un nuovo sintomo che scombussola i piani. Così, il segreto per fronteggiarlo sta nel riconoscere chi si ha di fronte e nel trovare un nuovo equilibrio facendo leva sulle proprie risorse interiori e sull’aiuto di chi ci sta accanto».
Il Parkinson è la malattia neurodegenerativa a più rapida crescita e la sua prevalenza è raddoppiata negli ultimi 25 anni.
«I dati ci dicono che per pazienti e caregiver la corretta informazione sulla malattia è una priorità: il 62% ritiene che i propri amici non conoscano appieno il Parkinson e il suo impatto, percentuale che sale all’88% se si pensa agli estranei. Inoltre, l’84% considera necessario parlare di più della molteplicità dei sintomi, oltre il tremore, per restituirne un’immagine reale», commenta Rossella Balsamo, medical affairs & regulatory Zambon Italia e Svizzera.
«Siamo particolarmente soddisfatti di aver supportato la Confederazione Parkinson Italia nella realizzazione di questo documentario che per la prima volta porta sugli schermi la complessità della malattia, ma anche la forza che caratterizza coloro che ci convivono, contribuendo così a restituirne una immagine veritiera».
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