di Oscar Puntel
Combattere il cancro con la prevenzione. È il tema della Giornata mondiale contro il cancro 2017, un evento promosso dalla Uicc, Unione Internazionale Contro il Cancro , organizzazione non governativa, sostenuta dall'Organizzazione mondiale della sanità e che raccoglie associazioni impegnate contro la malattia in oltre cento paesi del mondo.
Per l’Italia, c’è la Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori. La data è quella del 4 febbraio. L’obiettivo è rinforzare l’impegno alla lotta al cancro, proprio attraverso la prevenzione. Ed è per questo che in quella giornata siamo tutti inviatati a partecipare alla mobilitazione, diffondendo sui social, il motto di questa edizione: We can. I can, Noi possiamo. Io posso, con #WorldCancerDay.
IN ITALIA SI GUARISCE DI PIÙ
Secondo le ultime ricerche, in Italia si guarisce di più dal cancro. Nel 2006 i sopravvissuti erano 2 milioni e 244 mila, nel 2016 sono risultati oltre 3 milioni. Merito delle diagnosi sempre più accurate e della ricerca, che ha sviluppato terapie avanzate e mirate.
Restano allarmanti, invece, le statistiche su base mondiale: ogni anno a più di 12 milioni di persone viene diagnosticato un tumore e 7,6 milioni di persone muoiono di questa malattia. Se il trend non viene invertito - fanno sapere dall’organizzazione della Giornata - si arriverà a 26 milioni di nuovi casi e a 17 milioni di morti entro il 2030, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. I tumori più frequenti, sempre su scala mondiale, sono: polmone, seno, colon-retto, stomaco e prostata.
«Grazie alla prevenzione (questo vale anche per l'Italia), il 40% dei casi di tumore può essere evitato adottando cioè stili di vita sani», ricorda Carmine Pinto, presidente nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica.
NON DOBBIAMO TEMERE GLI ESAMI DI SCREENING
«Le indicazioni e i consigli sugli stili di vita sono ormai assai diffusi e conosciuti. Manca invece, e bisogna lavorare accora molto su quest’aspetto, la consapevolezza delle persone sull’importanza degli screening, offerti gratuitamente dalle regioni. Non sto parlando della mammografia, esame oramai diventato consuetudine per le donne, ma del test delle feci (per tumore colon-retto) e del pap test (per tumore al collo dell’utero)», spiega Umberto Tirelli, primario oncologo, dell’Istituto nazionale dei tumori di Aviano (Pordenone). A seconda della fascia d’età, alcune regioni inviano lettere per convocare le persone a screening di massa gratuiti. Ma quando l’invito arriva viene puntualmente cestinato. L’idea del pap test proposto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, incute ancora timori. Così come quello del test del sangue occulto nelle feci, per gli over 50: le persone temono che poi dovranno sottoporsi a una colonscopia, esame che spaventa molti, ovviamente. Ma non è detto che ci si debba sottoporre: se il test sulle feci è negativo, non ce n’è alcun bisogno. Al contrario, se viene richiesto per approfondire, può essere davvero determinante per la diagnosi precoce. È lavorando su questo fronte che incrementiamo la sopravvivenza di chi si ammala di cancro», aggiunge Tirelli.
LA CAMPAGNA DEL 2017
In occasione del 4 febbraio 2017, l’Unione internazionale contro il cancro ha diramato 8 consigli. Quello che ciascuno, personalmente, può fare, What I can do:
1. Smettere di fumare
2. Ridurre l’assunzione di alcol
3. Adottare una dieta sana,
4. Prendere il sole in modo corretto,
5. Fare movimento ed esercizio fisico,
6. Essere consapevoli dei fattori ambientali di rischio,
7. Vaccinarsi per quelle forme di tumore per cui è disponibile un antidoto,
8. Conoscere i sintomi e i segni della presenza di un tumore.
E tutti insieme possiamo fare qualcosa? Sì, dice la Uicc. Ecco cosa What we can do:
1. Vivere in ambienti salubri di scuola e di lavoro
2. Chiedere che le politiche di screening e quelle vaccinali siano più massive, cioè coinvolgano un numero elevato di persone
3. Sensibilizzare le persone a riconoscere i segnali che manda il proprio corpo
1 febbraio 2017
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