Le forme di demenza, tra le quali anche l’Alzheimer, potrebbero essere diagnosticati prima del loro manifestarsi. È la conclusione a cui è giunto un pool di scienziati della Fudan University di Shanghai (Cina) dopo uno studio su campioni di sangue congelato prelevati da 52.645 adulti.
La ricerca, che si è valsa anche dell’intelligenza artificiale, pubblicata su Nature Aging, ha identificato quattro proteine che predirrebbero il rischio di demenza come l’Alzheimer e demenze vascolari, anche 15 anni prima della comparsa dei sintomi. I ricercatori hanno studiato le connessioni tra circa 1.500 proteine presenti nel sangue e il rischio che si manifesti una demenza negli anni successivi.
Hanno scoperto che quattro proteine in particolare, chiamate Gfap, Nefl, Gdf15 e Ltbp2, erano presenti in quantità fuori dalla norma in coloro che in seguito avrebbero manifestato l’Alzheimer o la demenza vascolare, che è la seconda più comune forma di questa malattia.
La proteina Gfap già in passato era stata indicata come possibile marcatore diagnostico per l’Alzheimer. La presenza nel sangue di alti livelli di Gfap espone le persone a un rischio due volte superiore di sviluppare la demenza e tre volte per l’Alzheimer, rispetto a chi ha quantità normali di tale proteina.
La Nefl è invece legata ai danni alla fibra nervosa e la Gdf15 può aumentare in risposta al deterioramento dei vasi sanguigni cerebrali. L’alta concentrazione può cominciare addirittura dieci anni prima che la malattia si manifesti.
Gli algoritmi usati per il monitoraggio del campione, hanno previsto l'incidenza di tre sottotipi di demenza, incluso l'Alzheimer, con un'accuratezza del 90%. Non siamo quindi al 100%. Inoltre, si tratta per sempre di un campione. Lo studio quindi va preso con estrema cautela anche se si spera che possa essere utile a una diagnosi precoce e a relative terapie.
febbraio 2024
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