Secondo una meta-analisi pubblicata su The Lancet Psychiatry, portata avanti da un team internazionale, coordinato dalla dottoressa Benedetta Vaie dal dottor Mario Gennaro Mazza, ricercatori dell’Unità di ricerca in Psichiatria e Psicobiologia clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, può esserci un legame tra Covid-19 e disturbi mentali.
Nella ricerca sono stati inclusi pazienti provenienti da 22 paesi, in una finestra temporale che va da gennaio 2020 a marzo 2021. Di questi più di 43 mila presentavano disturbi mentali quali: disturbi psicotici, disturbi dell'umore, disturbi da uso di sostanze, disturbi d’ansia, disabilità intellettuali e disturbi dello sviluppo.
«Lo scopo primario è stato quello di analizzare i dati per determinare il rischio di mortalità legato al Covid-19 nei pazienti psichiatrici. Successivamente abbiamo valutato anche i rischi di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva in questi stessi pazienti” spiega la dottoressa Vai.
Con la sola esclusione dei disturbi d’ansia, i risultati emersi hanno confermato che i pazienti con disturbi mentali, in particolare condisturbi psicotici e dell’umore, hanno un maggior rischio di mortalità per Covid-19, ma non di ricovero in terapia intensiva.
Le possibili cause
I ricercatori hanno avanzato diverse ipotesi alla base dell’associazione tra disturbi mentali e un aumentato rischio di mortalità da Covid-19. Emerge come l’associazione tra le malattie psichiatriche e la loro necessità di trattamento farmacologico, unitamente ad alterazioni immuno-infiammatorie o altre patologie (obesità, diabete, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari) e a stili di vita poco salutari (dieta, inattività fisica, abuso di alcol e tabacco, disturbi del sonno), possono portare a un decorso più rapido della malattia. Inoltre, l'analisi mette in luce come l’aumento della mortalità accompagnato da ridotti tassi di ricovero in terapia intensiva potrebbe riflettere anche un minore accesso alle cure necessarie.
La vaccinazione è raccomandata
L’Unione Europea consiglia di rendere prioritaria la vaccinazione per persone con disturbi mentali in quanto soggetti particolarmente a rischio. Tuttavia si lascia poi ai membri di ogni stato decidere a quali condizioni mediche dare la precedenza. Nel caso italiano è emerso che solo due tra le 20 regioni italiane (Liguria e Veneto) danno la precedenza a persone con disabilità mentali.