di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers
Da qualche settimana sta circolando su Facebook un video intitolato Shocking secrets of the food industry (Scioccanti segreti dell’industria alimentare). Il video è stato caricato in origine dai portali Bright Side e 5 minutes craft e nel giro di poche settimane ha ottenuto decine di milioni di visualizzazioni.
Nel filmato si viene messi in guardia da tutte le alterazioni e manipolazioni – pericolose a detta degli autori – a cui sono sottoposti i cibi che acquistiamo quotidianamente. Gli esempi che vengono mostrati sono molteplici ma sono tutti inconsistenti. Ogni presunta prova di tossicità o alterazione degli alimenti viene condotta senza alcun rigore e non dimostra alcunché. Viene fatto vedere, ad esempio, un bicchiere di aranciata in cui è stato immerso un foglio di carta assorbente che in pochi minuti cattura i coloranti e “decolora” la bevanda. Non c’è nulla di spaventoso: si tratta di coloranti alimentari commestibili e regolati da normative ben chiare.
Una delle dimostrazioni che ha suscitato più scalpore riguarda una sconosciuta sostanza filamentosa che compare dopo aver spappolato sotto l’acqua e setacciato in un colino una comune merendina (un muffin, in questo caso). Secondo gli autori del filmato si tratta di una fibra artificiale con cui ci vogliono avvelenare. In realtà la misteriosa fibra non è altro che il glutine, separato dagli altri componenti al termine del processo. Si tratta di un risultato che si può osservare anche a casa, ripetendo questo esperimento per constatare in prima persona che non ingeriamo a nostra insaputa una pericolosa sostanza sconosciuta.
Molti esperti alimentari si sono occupati di questo video, sfatandone i contenuti uno per uno. Un’analisi puntuale che tocca ogni argomento del video è stata fatta da Snopes, mentre in Italia è intervenuto Dario Bressanini, chimico e divulgatore scientifico, che ha ripetuto gli esperimenti per dimostrarne l’inconsistenza.
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Articolo pubblicato sul n. 42 di Starbene in edicola dal 2/10/2018