di Gregorio Grassi
Una sfida continua. Una carriera sportiva piena di successi. E la vittoria più grande: quella sulla celiachia. È questa, in sintesi, la più importante partita vinta da Martin Castrogiovanni (nella foto), il 34enne rugbista di origine argentina, storico “pilone” della nazionale italiana (117 volte in maglia azzurra), che ha raccolto la sua preziosa testimonianza di campione alle prese con l’intolleranza al glutine nel libro Raggiungi la tua meta. Forte, felice e vincente con la celiachia (Sperling & Kupfer), ora in libreria.
Duecento pagine di facile lettura, in cui l’atleta racconta in prima persona le iniziali difficoltà dovute alla malattia e la sua nuova vita alimentare nel segno del gluten free.
Un racconto costellato da tanti aneddoti: l’arrivo dall’Argentina, gli affetti, la palla (quella ovale) portata a testa bassa sui campi del Calvisano, del Leicester e del Tolone. È proprio nel 2011, durante la permanenza in Inghilterra, che Martin affronta per la prima volta la celiachia, che in Italia colpisce l’1% della popolazione.
Racconta il rugbista: «Non sapevo che cosa avevo, ma stavo malissimo. Quella strana “cosa” che mi faceva star male, mi causava delle reazioni cutanee fortissime e ho perso ben 15 chili in breve tempo. Mi sentivo stanco, pesante e, quel che è peggio per uno che gioca nel ruolo-chiave di pilone, il mio tono muscolare era diminuito». Un bel problema per un giocatore alto 1,88 m per 117 kg, chiamato a fare sentire tutto il suo peso nella mischia.
«Quando ho deciso (tardi perché sono testardo) di sottopormi ai test per la celiachia, questi hanno rivelato un’intolleranza al glutine e dalla mattina alla sera ho dovuto rinunciare alla pasta, alla pizza e all’amata birra», spiega Martin Castrogiovanni. «I medici mi avevano detto che la mia indubbia predisposizione genetica ha trovato modo di manifestarsi nel 2001, anno del mio approdo al Calvisano, quando sono stato costretto a passare dall’alimentazione argentina, basata sul consumo di carne, a quella mediterranea, ricca di alimenti a base di glutine».
LA CELIACHIA È DIVENTATA UN'ALLEATA
Scoperta la celiachia, cambiare dieta non è stato facile. Ma Martin non si è lasciato abbattere. «Grazie ai consigli della psicologa ho imparato a essere resiliente, cioè a prendere le “sfighe” della vita in maniera positiva e a rialzarmi ogni volta da solo. Il mio dietologo mi ha confezionato una dieta su misura, calcolando l’apporto calorico e, soprattutto, proteico in funzione della prestazione agonistica. Così, da un giorno all’altro, ho iniziato a seguire un regime alimentare costituito da alimenti privi di frumento, come la pasta di mais che è priva glutine, che mi ha riportato in perfetta forma fisica».
La nota divertente è che, nelle ultime pagine del libro, ci sono alcune “Castroricette” anti-celiachia fra cui il risotto alla carbonara (buono quanto la pastasciutta!), l’asado, piatto tradizionale argentino a base di carne alla griglia a cottura lentissima, e i superfrullati di frutta e verdura con l’immancabile presenza delle alghe, l’ospite fisso della prima colazione di Martin.
«Certo, per un gaudente come me che ama bere in compagnia, è stata dura rinunciare a piaceri come la birra: una festa fra rugbisti senza la “bionda” è come una primavera senza rondini», prosegue Martin. «Ma», continua: «Curando la mia intolleranza ho scoperto una nuova cultura dell’alimentazione, più consapevole e sana. Posso proprio dirlo: grazie alla celiachia ho ritrovato un benessere profondo, che ha mi fatto collezionare una meta dietro l’altra». Parola di campione.
11 marzo 2016
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