Si chiama Scrambler Therapy ed è la nuova arma messa a punto dal bioingegnere italiano Giuseppe Marineo per combattere le diverse forme di dolore cronico che affliggono quasi 11 milioni di italiani.
Cervicalgie, lombalgie, lombosciatalgie, fibromialgia, nevralgie post-herpetiche o post-chirurgiche, neuropatie diabetiche e dolori articolari dovuti a traumi e incidenti possono essere efficacemente alleviati tramite degli innovativi campi elettromagnetici che agiscono in maniera completamente diversa dalle comuni terapie fisiche come la Tens, la Tecar o la Magnetoterapia.
COME FUNZIONA
«Vengono posizionati una decina di elettrodi sulla cute, a livello dorsale, lombare o cervicale in base alla zona dalla quale si origina il dolore», spiega il dottor William Raffaeli, specialista in anestesia e rianimazione e farmacologia applicata, già direttore dell’unità operativa di terapia del dolore e cure palliative dell’Ausl di Rimini e presidente fondatore dell’Isal (Istituto di scienze algologiche). «Gli elettrodi vengono applicati in corrispondenza dello spazio spinale sovrastante il midollo osseo, là dove arrivano i segnali neurosensitivi che partono dalla periferia (la parte sofferente) per arrivare al cervello. La spina dorsale, infatti, rappresenta un po’ il crocevia della percezione del dolore, una specie di “centralina” che smista i messaggi dolorosi dagli organi al cervello. Ebbene: le onde elettromagnetiche previste dalla Scrambler therapy sono in grado di lanciare dei segnali interferenziali che “disturbano” la trasmissione nervosa del dolore. In pratica, si creano delle interferenze, in modo che al cervello pervengano dei segnali molto deboli perché attenuati da un campo elettromagnetico generato ad arte». In questo modo le fibre nervose nocicettive, che registrano e trasmettono le percezioni dolorose, vengono silenziate da altre onde che inviano messaggi di “non dolore”.
LA PROVA DI EFFICACIA
Uno studio multicentrico condotto su 200 pazienti affetti da dolore cronico severo ha dimostrato che un ciclo di dieci sedute ravvicinate di Scrambler Therapy (l’ideale è una al giorno, che dura circa 40 minuti) consente di passare da “intenso” a “lieve” nella scala soggettiva di valutazione del dolore. E il follow-up dimostra che i benefici effetti si mantengono anche nei tre mesi successivi al trattamento.
«Lo studio italiano, pubblicato sulla rivista Acta Biomedica nel settembre del 2015, ha coinvolto sette centri specializzati nella terapia del dolore», puntualizza il professor Raffaeli. «Protagonisti l’università di Parma, l’ospedale Careggi di Firenze, il CTO Andrea Alessi di Roma, l’ospedale Monaldi di Napoli, l’ospedale di Taormina, l’ospedale Mariano Santo di Cosenza e la casa di cura Sol e Salus di Rimini. Risultati sorprendenti si sono ottenuti soprattutto nelle neuropatie da “Fuoco di Sant’Antonio” (dovute alla ciclica riattivazione dell’Herpes Zoster) o in quella di origine diabetica, legate alla sofferenza delle piccole fibre che porta a dolori, bruciori e perdita di sensibilità di mani, piede e caviglie. Inefficace, invece, nelle neuropatie del volto, come quelle dovute dal nervo trigemino».
La terapia, che non è dolorosa e procura al massimo una leggera sensazione di formicolio, costa circa 450 euro per ciclo di sedute. Ma in regime di ricovero, negli ospedali dotati dell’apparecchiatura, può essere erogata anche in convenzione col SSN.
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19 maggio 2016
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