di Angelo Piemontese
Un caffè a colazione, pranzo e cena e il fegato sta meglio. Si potrebbe sintetizzare così il risultato di uno studio presentato da ricercatori italiani al The International Liver Congress 2016 in corso in questi giorni a Barcellona.
Secondo quanto esposto al congresso, non occorrono necessariamente particolari trattamenti farmacologici per invertire la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), comunemente nota come fegato grasso, cioè l’accumulo anomalo di grasso nelle cellule epatiche: basta assumere quotidianamente la giusta dose di caffè.
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15 aprile 2016
CHE COS’È IL FEGATO GRASSO
La NAFLD è una patologia che colpisce tipicamente persone in sovrappeso o con diabete di tipo 2 e consiste nell’aumento di peso del fegato (fino al 10%), a causa del grasso in eccesso che si va a infiltrare anche lì.
Generalmente una persona su quattro, anche se non obesa, ha il fegato grasso. Questa condizione può portare con il passare del tempo a complicazioni che vanno dalla steopatite non alcolica, alla fibrosi e perfino alla cirrosi.
LA NOVITÅ DELLA RICERCA ITALIANA
«Precedenti studi hanno confermato che il caffè può invertire i danni causati dalla NAFLD», dice Vincenzo Lembo dell’Università di Napoli e tra gli autori della ricerca «ma noi per la prima volta abbiamo dimostrato che riesce anche a influenzare la permeabilità dell’intestino». Gli esperti ritengono infatti che proprio quest’ultima contribuisca a peggiorare la NAFLD.
Lo studio ha mostrato che il caffè aumenta i livelli della proteina ZO-1, che invece diminuisce la permeabilità intestinale e protegge dunque dalla NAFLD.
COME È STATA FATTA LA SPERIMENTAZIONE
I ricercatori italiani lo hanno dimostrato con un esperimento condotto sui topi: una parte delle cavie è stata nutrita per dodici settimane con una dieta standard, mentre gli altri animali hanno ricevuto un’alimentazione ricca di grassi più una soluzione giornaliera contenente caffè. Alla fine i risultati hanno mostrato che nei topi con alti livelli di grasso nella dieta e ai quali era stato somministrato il caffè si è registrata una notevole diminuzione di colesterolo, della alanina transaminasi (l’enzima che incrementa il suo livello nel sangue in presenza di danni epatici), della steatosi e del grasso nelle cellule del fegato.
Inoltre, i topi hanno messo su meno peso rispetto a quelli nutriti semplicemente con una dieta grassa e senza caffè.
QUANTE TAZZINE AL GIORNO?
Ma quante tazzine al giorno bisognerebbe bere per combattere la NAFLD? «I risultati dello studio non significano che dobbiamo assumere quantità sproporzionate di caffè», ha commentato il professor Laurent Castera, segretario generale dell’European Association for th Study of the Liver «ma offre interessanti spunti per capire il ruolo terapeutico di questa sostanza nel contrastare la NAFLD». Un motivo in più, insomma, per concedersi tranquillamente le 4-5 tazzine al giorno accettate anche dagli esperti, se non ci sono controindicazioni.
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