Proprietari svogliati, distratti e furbetti del guinzaglio hanno le ore contate. Si moltiplicano i progetti per individuare e multare chi non raccoglie i bisognini del proprio cane, lasciandoli sul marciapiede. Fino a usare le maniere forti.
Come è successo a Malnate (Varese), dove hanno messo in pratica un’idea “rubata” ai Paesi del Nord Europa: creare una banca dati di tutti i quattro zampe residenti nel territorio (realizzata grazie all’Associazione italiana allevatori con il Laboratorio genetica e servizi a Cremona) e incrociare il loro profilo genetico (ricavato da un prelievo di saliva effettuato da veterinari) con quello degli escrementi raccolti per strada. In caso di corrispondenza, scatta la sanzione di 75 €.
Positivi già i primi risultati
«Il progetto è partito due anni fa», spiega l’assessore all’Ambiente Giuseppe Riggi. «Abbiamo tentato di sensibilizzare i cittadini con opuscoli e campagne ma non è bastato. Allora abbiamo modificato i regolamenti comunali e messo a punto un sistema di raccolta dei campioni con 3 tamponi inviati al laboratorio di analisi: uno per risalire all’autore, gli altri due tenuti da parte per eventuali contro-analisi. Su 2150 cani registrati all’anagrafe canina, soltanto 20 non si sono sottoposti al prelievo, con conseguente sanzione di 50 € e obbligo di eseguire il test a proprie spese. Hanno avuto un anno di tempo per farlo gratis», precisa Riggi.
«Si tratta di un metodo ancora in fase sperimentale, ma finora i riscontri sono stati positivi: il numero di feci per strada è diminuito, abbiamo identificato i recidivi (quelli che lasciano più “ricordini”) e sta suscitando un notevole effetto deterrente. Inoltre questo test può avere anche altre applicazioni, dalla riduzione del fenomeno dell’abbandono estivo al contrasto di attività illegali come le lotte clandestine», spiega il dottor Raffale Mazza, direttore del Laboratorio genetica e servizi a Cremona».
Si controllano anche i dettagli
I campioni biologici vengono raccolti dalle guardie ecozoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali, un paio di volte alla settimana. «Ma queste fanno anche informazione sul campo, verificando che i padroni siano dotati del kit di raccolta delle feci e che gli animali siano provvisti di microchip», continua Giuseppe Riggi.
Un progetto che interessa a tanti Comuni
L’iniziativa intrapresa dal comune di Malnate contro i maleducati del guinzaglio non è passata inosservata: «Siamo stati contattati da oltre 60 Comuni di tutta Italia interessati al progetto ma, specialmente per le grandi città, c’è il problema dei costi. Qui l’iniziativa è stata finanziata dalla società che si occupa dell’igiene urbana, però le spese sono alte, intorno ai 40 mila €, per un paese di “soli” 17 mila abitanti», ammette l’assessore Giuseppe Riggi. Progetti simili, intanto, oggi sono anche sul tavolo delle giunte di altre città come Ascoli, Bolzano, Livorno, Trieste, Rovereto (Trento) e Villasanta (Monza Brianza).
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Articolo pubblicato sul n. 45 di Starbene in edicola dal 23/10/2018