Lo dice il proverbio: è deprimente restare con l’amaro in bocca. Tuttavia, sembra che i sapori troppo dolci portino solo guai. Un recente studio pubblicato su JAMA Otolaryngology – Head & Neck Surgery ha evidenziato una connessione tra il consumo di bevande zuccherate e un maggiore rischio di cancro del cavo orale nel gentil sesso, indipendentemente dalle abitudini di fumo o consumo di alcol.
Stando alla ricerca, infatti, le donne che bevono almeno una bibita zuccherata al giorno hanno circa cinque volte più probabilità di sviluppare questa forma di tumore rispetto a chi ne consuma meno di una al mese. Ma qual è il legame?
Un fattore di rischio indipendente
Le bevande zuccherate, come bibite gassate e succhi di frutta industriali, erano già state associate a vari problemi di salute, inclusi i tumori del tratto gastrointestinale.
Adesso, si aggiunge un nuovo tassello al puzzle: dopo aver monitorato un campione di 162 mila donne (con un’età media di 43 anni) per circa un decennio, i ricercatori – capitanati da Brittany R. Barber dell’Università di Washington di Seattle – hanno tratto la conclusione che esisterebbe un impatto degli zuccheri anche nelle patologie oncologiche a carico della bocca.
«Il cancro del cavo orale rientra fra i cosiddetti tumori della testa e del collo», spiega il dottor Fabio Beatrice, direttore del Board scientifico del MOHRE e primario emerito di Otorinolaringoiatria, esperto in Chirurgia oncologica di testa e collo a Torino. «Nonostante sia relativamente raro, con circa 350 mila casi ogni anno nel mondo, è una neoplasia particolarmente aggressiva che può interessare la lingua, il pavimento orale (cioè la zona sotto la lingua), il palato duro, le gengive e la mucosa delle guance».
Notoriamente i fattori associati alla sua insorgenza sono il fumo, la masticazione del tabacco (abitudine diffusa soprattutto in Oriente), il consumo di alcol, la carenza di igiene orale e le lesioni da decubito, queste ultime dovute a un’irritazione permanente della mucosa, oltre all’infezione da HPV (Papilloma Virus Umano). «Adesso si aggiungono anche le bevande zuccherate, che costituiscono una variabile del tutto indipendente dagli altri fattori di rischio già noti», specifica Beatrice.
Il legame diretto tra bevande zuccherate e tumore orale
Sono due i meccanismi oncogenici ipotizzabili e il primo è diretto. «L’eccesso di zuccheri determina un’alterazione della flora microbica orale e, di conseguenza, una modifica del metabolismo dei tessuti dentali e delle strutture di supporto, come le gengive e l’osso alveolare», specifica l’esperto. «Oltre a richiamare i batteri “cattivi”, infatti, lo zucchero crea degli acidi che erodono lo smalto e attira una serie di germi patogeni, come quelli responsabili della gengivite e di altre infezioni orali. Questo determina una retrazione della gengiva, rendendo più vulnerabile il tessuto dentario».
Qui, la prevenzione è duplice: bisogna limitare al massimo il consumo di dolciumi e bevande zuccherate, preferendo acqua, tè non zuccherato o altre alternative a basso contenuto di zuccheri. Altrettanto importante è provvedere a una rapida igiene dentale qualora si cada in tentazione e, comunque, sottoporsi a un lavaggio accurato dei denti per almeno due minuti di spazzolamento, due volte al giorno.
«Altrimenti, rischiamo di creare le condizioni favorevoli per la crescita di batteri nocivi, tipici della parodontite, come il Treponema denticola e il Fusobacterium nucleatum», avverte Beatrice. «Se cronicizzata, questa infiammazione può portare a lesioni neoplastiche con vari meccanismi, come l’erosione degli apici dentali o una parziale avulsione dentale che può determinare un decubito».
Il legame indiretto
L’altro meccanismo oncogenico, stavolta indiretto, è simile a quello già dimostrato per il tumore del colon-retto. «Un elevato consumo di zuccheri, in particolare zuccheri semplici e carboidrati raffinati, può portare a un aumento dei livelli di insulina nel sangue», evidenzia il dottor Beatrice. «L’insulina è un ormone che regola il metabolismo del glucosio e ha anche effetti sulla crescita cellulare. Livelli cronici elevati di insulina possono contribuire alla crescita di alcune cellule tumorali».
Come se non bastasse, l’aumento dei livelli di insulina può a sua volta aumentare la produzione di IGF-1, il fattore di crescita insulino simile, noto anche come somatomedina C: «Si tratta di una proteina, prodotta principalmente nel fegato, che gioca un ruolo cruciale nella crescita e nello sviluppo dell’organismo», specifica l’esperto. «Non a caso, i suoi livelli tendono a essere più bassi nei bambini e negli anziani, mentre durante l’adolescenza aumentano significativamente, specie durante la pubertà, in associazione alla crescita rapida e allo sviluppo fisico tipico di quell’età».
Livelli troppo bassi di IGF-1 sono stati associati a un maggiore rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, mentre livelli elevati sembrano correlati ad alcuni tipi di tumori, perché possono promuovere la proliferazione delle cellule tumorali e inibire la loro morte programmata.
Tutte queste evidenze portano ad avvalorare le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che consiglia di ridurre gli zuccheri al 5% dell’apporto calorico giornaliero. Peccato che, nel mondo occidentale, il consumo sia nettamente superiore per colpa di diete ricche di bevande zuccherate, dolci e cibi trasformati. «Il nuovo studio consente di ampliare la comprensione dei fattori di rischio per il cancro orale e di considerare l’impatto significativo che le nostre scelte alimentari quotidiane possono avere sulla salute a lungo termine», conclude il dottor Beatrice.
Fai la tua domanda ai nostri esperti