Un tempo venivano stigmatizzati come i “balordi del villaggio”. Persone strane, solitarie e un po’ asociali, con cui si faceva fatica a interagire. Oggi sappiamo che quelle “stranezze” hanno un nome e delineano una malattia ben precisa: autismo.
La causa? Non ne esiste una sola: i disturbi dello spettro autistico sono tanti e si manifestano in maniera differente da soggetto a soggetto, con diversi gradi di gravità e di interessamento delle strutture neurologiche. Comune è la difficoltà a sviluppare relazioni sociali e affettive e ad esprimersi usando un linguaggio fluido.
Avvolti da una nebbia di apatia, coloro che presentano disturbi dello spettro autistico tendono a chiudersi in sé stessi, a manifestare una ripetitività dei gesti, dei giochi e dei movimenti che tende a escluderli dalla vita sociale. Alcuni, fanno persino fatica a sostenere lo sguardo degli altri.
A rompere il muro di isolamento e aiutare questi ragazzi e ragazze a trovare una loro collocazione nel mondo, ci ha pensato la Fondazione-Istituto Ospedaliero Sospiro, che prende il nome dal piccolo paese in provincia di Cremona in cui si trova e che ha portato avanti un progetto-pilota d’avanguardia, meritevole di attenzione.
Autismo: una onlus, una cura infinita
Da sei anni la Fondazione Sospiro di Cremona, che eroga prestazioni riabilitative e abilitative a oltre 600 pazienti (adulti e minori) affetti da autismo e da disabilità intelletive, ha portato avanti dei progetti sul territorio in modo da inserire i suoi ospiti nel tessuto sociale e ambientale.
«Grazie al sostegno di decine di operatori che vantano un’altissima competenza professionale, da sei anni abbiamo iniziato a collaborare con la Cascina San Marco, a poca distanza dalla settecentesca Villa Cattaneo dove ha sede la nostra Fondazione, che eroga servizi ambulatoriali, sia diurni (cioè per gli esterni) sia residenziali», ha dichiarato il dottor Serafino Corti, psicologo clinico e direttore del Dipartimento delle Disabilità della Fondazione Sospiro.
«Al di là degli interventi di tipo comportamentale e farmacologico, occorre infatti sviluppare le competenze di queste persone attraverso le arti (musica, danza, disegno, attività di modeling e di psicomotricità). E occorre inserire gli autistici in contesti più inclusivi, meglio se a contatto con la natura che ha una grossa valenza terapeutica. Così, da sei anni, i nostri ragazzi curano il grande orto della Cascina San Marco, raccolgono i frutti dalle piante e con essi, grazie a tutti i trattamenti post-raccolta e alla conservazione in celle frigorifere, preparano la purea di frutta alla base di golose marmellate di fragole, mirtilli, more, ribes, lamponi, frutti di bosco e zucca».
I vasetti di marmellata come regalo solidale
La cura delle piante, così come la raccolta, prevede movimenti semplici e ripetitivi, in accordo con il comportamento delle persone affette da autismo. Senza contare che alcune di esse svolgono con passione le operazioni di confezionamento ed etichettatura, disegnando le etichette a mano e preparandone alcune per occasioni speciali quali matrimoni, battesimi, comunione e cresime.
Perché non regalare un bel vasetto di marmellata biologica al posto dei soliti confetti? Un’idea-regalo molto gradita da coloro che amano gustare un prodotto genuino, privo di residui di pesticidi e nato dall’impegno di ragazzi e ragazze che vogliono sentirsi utili e tutti i giorni cercano di creare qualcosa di valido e di buono da offrire al prossimo.
«Tutti i ragazzi affetti da autismo custodiscono nel segreto un loro sogno, esattamente come noi: quello di imparare a interagire con gli altri», prosegue il dottor Corti. «Per loro non è facile, perché hanno un malattia e non un “brutto carattere”, come si pensava una volta. Noi li accompagnamo in questo percorso di integrazione, certi che la preparazione e la vendita di confetture sia una finestra aperta verso il mondo, un primo passo verso la socialità. Inoltre, abbiamo constatato che lavorare a stretto contatto con la natura, seguendo il ciclo delle stagioni, della semina, della fioritura e della raccolta dei frutti, attenua i cosiddetti comportamenti-problema, compreso le forme di autolesionismo e di lesionismo diretto agli altri».
Il Giardino dei ciliegi
Forte di questa esperienza positiva, la Fondazione Sospiro ha inaugurato un nuovo appezzamento di terreno, chiamato il Giardino dei Ciliegi. Con l’aiuto di autistici e pazienti con disabilità intellettive, sono stati piantati 240 alberi di ciliegio che a maggio fioriscono regalando una splendida distesa di fiorellini bianchi.
I ragazzi sono chiamati a raccogliere dai rami le ciliegie, una ad una, che sono selezionate, lavate e fatte bollire insieme al 30 per cento di zucchero, pronte a diventare golose confetture.
«Siamo orgogliosi di questo progetto di inclusione e sostenibilità sociale, a favore delle persone con disturbi dello spettro autistico», ha dichiarato Fabio Bertusi, presidente del FIA (Fondazione Italiana Ambiente) che ha messo a dimora i 240 ciliegi, grazie al sostegno finanziario di Tesori D’Oriente, il famoso brand di profumi, bagni doccia e creme per il corpo aromatiche targato Sodalis.
«Su una superficie totale di 4.000 m2, il neonato giardino diventerà uno spazio fruibile anche dai cittadini, punto di incontro tra le persone con qualche difficoltà relazionale e tutti coloro che sono sensibili a queste tematiche di inclusione sociale e lavorativa. Da sempre attento alle politiche ambientali, il FIE ha creato questo sito nel pieno rispetto dell’ecosistema, seguendo criteri di coltivazione biologica e rispettando le piante, i substrati e tutto l’ambiente circostante».
«Da 25 anni i nostri prodotti si ispirano al concetto orientale di benessere olistico, con profumazioni declinate sulle note dell’ambra, del muschio, dell’iris, del patchouli e del ginger», dichiara Barbara Secco, brand manager di Tesori d’Oriente. «Siamo fieri di aver collaborato alla realizzazione del Giardino dei Ciliegi, un luogo dell’anima che aiuta molte persone che rischierebbero di vivere nell’isolamento».
Un nuovo centro per l’autismo
Già punto di riferimento per tutti i pazienti della regione Lombardia, la Fondazione Sospiro si prepara al varo del nuovo Centro Nazionale Autismo, che verrà aperto nei prossimi mesi. Sarà un centro residenziale unico nel suo genere, che applicherà metodi innovativi basati su prove di efficacia, seguendo le raccomandazioni delle linee guida italiane e internazionali.
«Dalla valutazione iniziale al trattamento verrà adottato un approccio integrato, volto innanzitutto a ridurre i comportamenti problematici, come quelli auto ed etero aggressivi/distruttivi», prosegue il dottor Corti. «Per ogni paziente, verrà eseguita la terapia più adeguata, altamente personalizzata, che includerà interventi di tipo comportamentale (Applied Behavior Analysis e Acceptance and Commitment Therapy), farmacologici ed esperienziali, con laboratori e arteterapia, per consentire a ognuno di esprimere il suo mondo interiore. Un’équipe di specialisti (internisti, psichiatri, psicologi, educatori e infermieri) raccoglierà quotidianamente i risultati di questo percorso, come un work in progress soggetto a continue modifiche per adattarsi al singolo individuo».
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maggio 2024
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