Uno dei luoghi comuni più consolidati legati all’asma è che chi soffre di questa malattia non possa fare attività sportiva. Ma per dimostrare il contrario potrebbero bastare due dati resi noti durante un recente convegno che si è svolto a Roma dal titolo “Ho l’asma e faccio sport”: alle Olimpiadi di Londra del 2012 l’8% degli atleti era asmatico, così come lo sono campioni di fama mondiale tipo la nuotatrice Federica Pellegrini e lo schermidore Aldo Montano.
Lo sport ha un’azione antinfiammatoria sull'asma
«È ormai dimostrato che l’asma si controlla tanto meglio quanto più si fa attività fisica», spiega la professoressa Gianna Camiciottoli, pneumologa all’ospedale Careggi di Firenze. «Praticare sport regolarmente si associa a un minore declino della funzione respiratoria e questo vale sia per i pazienti giovani sia per quelli adulti, in cui la malattia sia stata quindi diagnosticata da tempo.
Fare esercizio ha effetti antinfiammatori, dunque è una vera terapia per l’asma. Inoltre, gli asmatici che seguono correttamente la loro cura hanno una funzione respiratoria migliore rispetto alle persone sane, ma sedentarie», aggiunge l’esperta.
Le precauzioni da prendere
Quando i circa 3 milioni di italiani che soffrono di asma vogliono allenarsi devono però osservare alcune piccole precauzioni, soprattutto se si tratta di bambini o adolescenti: «La prima regola è che la malattia sia sotto controllo», sottolinea Camiciottoli. «Diversi pazienti tendono al cosiddetto “sottotrattamento”, cioè seguono arbitrariamente una terapia in dosi inferiori rispetto a quelle prescritte dallo pneumologo, oppure la sospendono quando stanno bene. Questo accade soprattutto con i più giovani, spesso a causa delle fobie dei genitori: molti, infatti, sono convinti che la componente antinfiammatoria della cura steroidea inalatoria sia dannosa per il proprio figlio, possa influire sulla crescita o addirittura dare assuefazione. E invece nulla di tutto questo è vero».
Un altro importante accorgimento: il riscaldamento che precede l’attività dev’essere lungo e accurato. «Ciò per consentire ai bronchi di adattarsi in modo lento, graduale e prepararsi meglio all’iperventilazione che si verifica sotto sforzo», precisa l’esperta.
Bambini e ragazzi: meglio giocare d’anticipo
Anche il clima in cui ci si allena conta per un asmatico: «A prescindere dall’età, bisogna sempre evitare di praticare attività fisica a temperature molto fredde, troppo calde oppure quando nell’aria c’è una notevole presenza di smog o sostanze allergeniche», specifica Camiciottoli.
Inoltre, per quanto riguarda bambini e ragazzi, una strategia molto efficace è la cosiddetta pre-medicazione: «Consiste nell’assumere il farmaco broncodilatatore 15-30 minuti prima dell’allenamento, in modo che l’organismo arrivi già preparato al momento dello sforzo. Il giovane paziente può imparare a gestirsi in maniera autonoma e assumere il medicinale per tempo: due “puff” dell’inalatore e non avrà problemi», suggerisce la pneumologa.
Gli sport più indicati per chi soffre di asma
Per chi soffre d’asma alcuni sport sono comunque più indicati di altri: «Anzitutto il nuoto e le discipline ad esso collegate perché, grazie al naturale aerosol di acqua che si crea in superficie, l’iperventilazione prodotta durante lo sforzo non provoca l’essiccamento della superficie dei bronchi, che sarebbe invece un rischio per il paziente», spiega la professoressa Camiciottoli.
In generale, sono comunque ben tollerate tutte le attività che non obbligano a respirare in modo accelerato, come pallavolo, ginnastica, corsa di fondo e mezzo fondo. «In ogni caso, l’asmatico deve essere messo in grado di praticare la disciplina che desidera, scegliendola insieme con lo pneumologo», puntualizza l’esperta.
Da sconsigliare, invece, immersioni subacquee e arrampicate in alta quota: «Le prime perché l’aria secca mista a ossigeno che si è obbligati a respirare è un forte stimolo per l’asma. La seconde a causa dell’aria fredda inspirata, elemento in grado di scatenare la crisi asmatica», conclude Camiciottoli.
Mascherine: l'arma in più contro la forma allergica
Nelle persone che soffrono di asma allergica la mascherina chirurgica è in grado di offrire un aiuto. Per preparare i bronchi allo sforzo esegui un riscaldamento lungo e accurato: «Può ridurre la concentrazione delle sostanze inspirate che scatenano le allergie», afferma il dottor Riccardo Asero, presidente dell’Associazione allergologi e immunologi italiani territoriali ed ospedalieri. «Proprio per questo è consigliabile che il paziente la indossi quando fa attività fisica leggera, come camminate e jogging a ritmo molto blando. Il discorso, però, cambia per le discipline più impegnative, tipo le corse lunghe e competitive: in questi casi indossare la mascherina impedisce la corretta ossigenazione, riducendo così la performance».
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Articolo pubblicato sul n. 19 di Starbene, in edicola e nella app dal 16 giugno 2020