Denti disallineati, troppo distanziati tra loro. Oppure “affollati” (cioè ravvicinati), storti o accavallati. Sono questi i problemi per cui in genere si prescrive l’apparecchio. «In realtà, a volte il bambino non ha bisogno di correzioni, perché i difetti possono risolversi da soli», dice il professor Gianfranco Aiello, odontoiatra a Milano e Salerno e presidente dell’Accademia di estetica dentale italiana.
Meglio aspettare l’adolescenza
«Non bisogna mai intervenire per raddrizzare i denti prima dei 12/14 anni. Il momento ideale coincide con la caduta dell’ultimo dente da latte», precisa Aiello. «Prima di questa età, basta controllare periodicamente il loro sviluppo con una visita annuale dall’ortodonzista (dai 3 ai 6 anni), e con una ogni sei mesi dai 6 ai 12 anni, qualora siano emerse delle anomalie». Dopodiché, se i piccoli squilibri non si sono aggiustati da soli, per i denti affollati, accavallati o distanziati l’unica soluzione è l’apparecchio fisso.
Quale apparecchio scegliere
«Ne esistono di due tipi: quelli esterni, cioè applicati sulla faccia anteriore dei denti tramite attacchi in metallo o ceramica, e quelli interni, fissati alla loro parte posteriore tramite miniganci tondeggianti (in questo caso si parla di ortodonzia linguale) oppure grazie a un filo incollato con uno speciale adesivo (sono i cosiddetti retainer attivi)», precisa il professore.
«Per praticità e leggerezza, oltre al fatto che risultano completamente invisibili e consentono ai ragazzini di articolare meglio le sillabe, io consiglio, dove possibile e indicato, quelli interni. Vanno portati per un periodo variabile da sei mesi fino a due anni a seconda del problema».
Una volta applicato l’apparecchio, occorre effettuare un controllo al mese per regolare la tensione del filo o sostituirlo. Importantissimo è anche eseguire una seduta di igiene orale ogni tre mesi: la presenza degli attacchi rende difficoltoso lavare bene i denti, favorendo l’accumulo di placca dentale.
Quando ricorrere all'apparecchio in anticipo
Se le arcate dentali non combaciano, l'apparecchio può rendersi necessario anche prima dell’adolescenza. «Tra i 6 e i 12 anni, se si evidenziano problemi scheletrico-funzionali (come un insufficiente sviluppo della mandibola, che appare arretrata rispetto alla mascella oppure, al contrario, un eccessivo sviluppo della mandibola o, ancora, la cosiddetta “deglutizione infantile” causata dall'interposizione della lingua tra le arcate dentali), si prescrivono apparecchi funzionali-ortopedici.
In questo caso è importante intervenire per tempo, durante la fase di sviluppo osseo, per far combaciare le arcate dentali e chiudere lo spazio creatosi tra gli incisivi superiori e quelli inferiori», spiega il professor Gianfranco Aiello. «L’intervento precoce, anche a 6 anni e per un periodo di circa 12 mesi, è teso non solo a riequilibrare i rapporti tra le due arcate, ma anche a correggere i problemi di deglutizione».
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