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Afasia, se l’ictus colpisce la capacità di parlare: 10 regole d’oro

Per aiutare chi ha difficoltà a esprimersi e a capire ciò che gli viene detto, si possono adottare alcune strategie molto semplici

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Sono circa 150mila gli italiani che ogni anno vengono colpiti da ictus cerebrale, con conseguenze spesso gravi sulla salute.

«Tra quelle più disabilitanti c’è l’afasia, provocata da lesioni in aree del cervello deputate al controllo del linguaggio», sottolinea Nicoletta Reale, presidente di ALICe Italia (aliceitalia.org), organizzazione di volontariato per la lotta all’ictus. «Comporta difficoltà a esprimersi o a capire quanto viene detto. Fatto che pesa sulla vita sociale e l’autonomia».



Le dieci regole d’oro

L’associazione ha perciò stilato un decalogo per aiutare i familiari ad affrontare i problemi di comunicazione e mettere il paziente nelle condizioni di potersi riappropriare del linguaggio.

Eccolo:

  • 1. Non parlare alla persona afasica come se ci si stesse rivolgendo a un bambino. Aumenta il senso di impotenza e di regressione verbale.


  • 2. Parlare uno alla volta: l’ascolto multiplo è fonte di rumore, confusione e disagio.


  • 3. Non parlare a voce alta e velocemente: la comunicazione suona come un rimprovero. Meglio scandire le parole e usare un tono dolce.


  • 4. Dire frasi brevi: il messaggio è più chiaro e viene compreso meglio.


  • 5. Concedere tutto il tempo necessario per la risposta. Per le persone afasiche è complicato trovare le parole adatte per esprimersi e la fretta amplifica le difficoltà.


  • 6. Rispettare i tentativi senza anticipare o indovinare le parole. La comunicazione migliora con l’allenamento e ogni tappa raggiunta in modo autonomo è una gratificazione che alimenta nuovi progressi.


  • 7. Non pretendere che ogni parola sia corretta, ma apprezzare lo sforzo che la persona fa per cercare di comunicare.


  • 8. Avere un atteggiamento attento e disponibile per incoraggiare il dialogo.


  • 9. Essere sicuri che la persona afasica abbia capito il messaggio che gli si vuole trasmettere, magari ripetendo con calma la stessa frase. E senza pensare che un eventuale silenzio segnali un rifiuto di parlare.


  • 10. Fare domande semplici e dirette come, ad esempio, “vuoi mangiare?” in modo che si possa rispondere solo con un sì o no, o con un cenno della testa.



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Articolo pubblicato sul n. 4 di Starbene in edicola dal 7 gennaio 2020



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