«Secondo l’accezione giapponese, il karate è la via per acquisire l’autocontrollo, percorso che si può affrontare anche da adulti», spiega il professor Pierluigi Aschieri, ex direttore tecnico della Nazionale italiana di karate. È una disciplina che offre numerosi benefici e coinvolge corpo e mente.
I 20 precetti proposti dal maestro Gichin Funakoshi, padre del karate moderno, offrono regole utili anche per la vita di tutti i giorni. “Conosci prima te stesso, poi gli altri”, “Lo spirito viene prima della tecnica”, “Cambia in funzione del tuo avversario” , “Sii sempre creativo”, sono solo alcuni dei suggerimenti. «Inoltre, non c’è differenza di genere e si lavora tutti insieme», aggiunge Aschieri. «Donne e uomini possono avere le stesse abilità. Le categorie sono separate solo in gara, per garantire la massima equità del risultato, perché sotto il punto di vista muscolare gli uomini sono in genere più possenti».
Si impara a gestire al meglio il corpo
I benefici del karate sono tanti: «Si lavora con tutto il corpo, sia a livello muscolare sia articolare. Si cura la gestualità, adottando posizioni e schemi posturali fuori dagli standard; viene poi sviluppata la flessibilità e, soprattutto, c’è un grande impegno neurocognitivo che affina la percezione del proprio corpo e quella del movimento nello spazio», aggiunge Aschieri. Tutto ciò regala un fisico tonico, forte, scattante ma senza un esagerato aumento della massa muscolare; e al tempo stesso aiuta a cancellare tensioni e rigidità. Non solo: migliora anche la capacità di “sentirsi”, utile per evitare quelle posture scorrette che portano ad avere spalle chiuse in avanti, dorso curvo, zona lombare iperestesa e testa che punta verso i piedi. Nel karate gli infortuni sono davvero pochi, proprio perché si impara a gestire al meglio il proprio corpo.
È uno strumento di autodifesa
Il karate può anche essere un ottimo strumento di autodifesa. «Rende più sicuri di sé e aiuta a sfruttare al meglio le proprie potenzialità, migliorando l’autostima e rendendo più veloci i processi decisionali», commenta l'esperto. Inoltre, insegna a parare i colpi, cadere in modo controllato, avere più equilibrio e a non cedere sotto le spinte dell’avversario: tutti elementi che aiutano a essere forti e reattivi in caso di aggressione.
Invita a migliorarsi di continuo
La cintura nera? È un traguardo possibile. «Chi inizia da zero, se si allena con costanza almeno due volte alla settimana, può arrivare a conquistarla in tre anni», spiega Aschieri. Per passare dalla bianca (livello principianti) alla gialla e poi a quelle arancio, verde, blu e marrone, occorre sostenere un esame con il direttore tecnico della propria scuola.
«Non si tratta di un combattimento. È una prova per capire se, tecnicamente, si è in grado di accedere a un livello di insegnamento superiore», commenta l’esperto. Per arrivare poi alla cintura nera bisogna superare un esame con dei tecnici federali, valutando i 10 Kihon (le tecniche fondamentali), i Kata (le forme) e il Kumite (la capacità nel combattimento). Ma sono presi in esame anche l’approccio mentale e spirituale alla pratica. «La cintura nera è un punto di partenza, non di arrivo, da cui parte la scalata ai dan, i gradi superiori», continua Aschieri. Dopo l’esame di cintura nera 1° dan l’obiettivo è il perfezionamento: con gli esami si può salire sino al 5° dan, che certifica la maestria spirituale. Quelli successivi, sino al 10° dan, sono conferiti solo per meriti speciali legati all’insegnamento, alla dedizione, ai risultati agonistici.
Per iniziare
Quasi tutte le società di karate affiliate alla Fijlkam offrono corsi per adulti. Le lezioni in genere si tengono di sera, due volte alla settimana, e ogni sessione abbina preparazione atletica, mobilità articolare, tecnica e principi del karate.
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