Le virtù dello sport non si possono enumerare sulle dita di una sola mano. Fa bene all’umore, alla linea, al cuore, irrobustisce sistema immunitario e articolazioni, allontana ansia e stress… La novità però è che rende il cervello più elastico. Basterebbe anzi un’attività fisica moderata, a portata di anziano, per aumentare la plasticità dei neuroni. Le conseguenze positive? Potenziali miglioramenti delle capacità di apprendimento e mnemoniche, la possibilità di prevenire l’invecchiamento del cervello e di curare traumi cerebrali o deficit visivi in età adulta, quando vi è una minore flessibilità cerebrale, ad esempio in caso di ambliopia (il cosiddetto occhio pigro).
LO STUDIO
A rivelarlo è uno studio tutto italiano, pubblicato sulla rivista Current Biology e condotto dai ricercatori Claudia Lunghi dell’Università di Pisa e Alessandro Sale del CNR. Già ricerche precedenti avevano dimostrato che lo sport migliora l’ossigenazione del cervello e le sue capacità cognitive. "Rispetto agli altri studi ci siamo concentrati di più sulla plasticità, cioè sulla capacità del cervello di modificarsi in base agli stimoli esterni", spiega Lunghi. "Si credeva che la plasticità con l’età diminuisse e che la corteccia visiva non fosse più modificabile dall’esperienza". Il loro studio dimostra il contrario.
I ricercatori italiani hanno chiesto a 20 adulti di guardare un film comodamente seduti, con un occhio bendato, utilizzando l’approccio terapeutico usato nei bambini in caso di ambliopia, quando cioè uno dei due occhi è molto più forte dell’altro, che quindi si impigrisce lasciando fare tutto il lavoro visivo all’occhio dominante. In seguito i partecipanti hanno dovuto esercitarsi su una cyclette, durante la visione del film, pedalando a intermittenza ogni 10 minuti, blandamente, per un totale di 120 minuti e in modo che le pulsazioni non superassero mai le 120 al minuto.
Con il test della rivalità binoculare è stata quindi misurata la plasticità della corteccia visiva dei volontari: dopo la pedalata la risposta plastica è stata maggiore.
UNA SPERANZA PER GLI ADULTI CHE SOFFRONO DI AMBLIOPIA
“La prima applicazione clinica di questa scoperta potrebbe essere per l’ambliopia”, afferma la dottoressa Lunghi. “Normalmente è riscontrata nei bambini. Se diagnosticata tardivamente, però, nell’adulto è difficile recuperare la visione da un occhio e spesso i pazienti sono rassegnati a vedere da un occhio solo, proprio perché si credeva che la corteccia visiva non fosse più plastica. Possiamo invece pensare che l’attività fisica vada ad aumentare la plasticità dando loro una speranza”.
I BENEFICI NEL RECUPERO POST ICTUS
L’esercizio fisico potrebbe potenziare la plasticità del cervello anche per qualsiasi patologia a carico del sistema nervoso centrale. “Potrebbe aumentare l’efficacia nel recupero post ictus o ridurre la perdita neurale dovuta all’invecchiamento e quindi prevenire l’invecchiamento cerebrale”.
BASTA POCA ATTIVITÀ FISICA
Anche poco moto è utile per averne giovamenti. “Qualsiasi attività fisica è benefica, non solo la bicicletta sperimentata nel test”, specifica Lunghi. “È importante aver verificato che basta un esercizio fisico davvero contenuto, quindi a portata di anziano. Anche solo una camminata ogni giorno”.
Presto Lunghi e Sale passeranno alla fase successiva: applicare l’esperimento “cyclette + film” a pazienti adulti affetti da ambliopia per testarne i benefici. La scelta del film? I 20 soggetti iniziali, per lo più giovani, hanno optato soprattutto per pellicole ad alto voltaggio firmate Quentin Tarantino. "Ma sia per i soggetti che hanno visto Tarantino che per quelli che hanno scelto invece La spada nella roccia l’effetto di costante beneficio dell’esercizio fisico è stato lo stesso”, sorride Lunghi.
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