di Laura Della Pasqua
1. Negli Usa il primo test che si può fare a casa per rilevare Covid-influenza
2. I giovani medici in fuga dalle specializzazioni utili per la pandemia
3. Per il WSJ il virus è fuggito da un laboratorio
1. Negli Usa il primo test che si può fare a casa per rilevare Covid-influenza
Negli Stati Uniti si può fare a casa il test per rilevare sia il Covid sia l’influenza. La Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha autorizzato l'uso del primo tampone casalingo in grado di verificare la positività a entrambi i virus. Lo riportano i media americani.
Il tampone nasale monouso, prodotto dall'azienda Lucira Health, è in grado di distinguere tra influenza A e B e Coronavirus, in circa 30 minuti. "L'autorizzazione è un passo importante per facilitare l'accesso ai test diagnostici che possono essere eseguiti interamente a casa", ha dichiarato la Fda.
La stagione dell'influenza negli Stati Uniti ha raggiunto il picco in autunno e i casi sono ormai in calo, secondo i Centers for Disease Control. L'agenzia ha stimato che in questa stagione ci sono stati almeno 25 milioni di casi di influenza, con 280.000 ricoveri e 18.000 morti. Quanto al Covid, invece, i contagi sono in aumento, nell'ultima settimana sono stati registrati 236.000 casi e 2.400 morti.
2. I giovani medici in fuga dalle specializzazioni utili per la pandemia
I giovani medici fuggono dalle specializzazioni che sono state le più richieste durante la fase acuta della pandemia. Ovvero anestesia e rianimazione che preparano per lavorare nelle terapie intensive e sono stati l’ultima trincea contro il Covid nei mesi più duri, la medicina d’emergenza che forma i camici bianchi dei pronto soccorso, la microbiologia e la virologia, fondamentali per le diagnosi.
Lo scenario è dato dai numeri sui posti non coperti nel 2021 e nel 2022 nelle scuole di specializzazione, emersi da una rilevazione dell’Anaao Assomed, il sindacato della dirigenza medica ospedaliera. I settori meno attrattivi sono proprio quelli che si sono rivelati fondamentali nella battaglia contro il Covid. Ma sono anche quelli che non consentono di fare attività privata che è più remunerativa.
Sono quasi 6mila i giovani medici in fuga dalle Scuole di specializzazione delle università italiane negli ultimi due anni, cioè quelli che hanno sentito di più gli effetti del Covid. Su 30.452 contratti banditi negli ultimi due concorsi (2021 e 2022), sono stati infatti 5.724 quelli non assegnati o abbandonati: quasi il 20%, praticamente uno su 5. Dalla ricerca emerge che mentre le scuole di specialità che offrono la prospettiva dell’attività privata e ambulatoriale, registrano il tutto esaurito, non sono prese in considerazione quelle prettamente ospedaliere e pubbliche che sono state protagoniste nella lotta pandemica.
Nella Medicina d’urgenza, il tasso di posti non coperti è del 61% e per microbiologia e virologia è del 78%. C’è invece grande richiesta per Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Oftalmologia, Malattie dell'Apparato Cardiovascolare che offrono prospettive lavorative molto ben remunerate.
3. Per il WSJ il virus è fuggito da un laboratorio
L’origine della pandemia è stato uno dei temi più discussi in ambito scientifico. L'ipotesi iniziale che ci fosse stata una fuga da un laboratorio durante gli esperimenti, era stata bocciata come fantascienza ed era prevalsa la tesi del salto di specie, della trasmissione da un pipistrello. Ora un rapporto del dipartimento dell'Energia Usa, un'agenzia che sovrintende a una rete di 17 laboratori nazionali, alcuni dei quali svolgono ricerche biologiche avanzate e di altre agenzie federali come l’Fbi, sembrerebbe mettere un punto al rebus. Il Covid ha avuto origine "molto probabilmente" da una fuga in un laboratorio cinese, afferma il documento dell’intelligence, recentemente fornito alla Casa Bianca e ai membri chiave del Congresso e divulgato dal Wall Street Journal.
In precedenza il dipartimento aveva dichiarato di non avere certezze su come si fosse sviluppato il virus mentre l'Fbi ha sempre sostenuto che il Covid fosse il frutto di un incidente nel laboratorio cinese di Wuhan. Il cambio di posizione è contenuto in un aggiornamento a un documento del 2021 dell'ufficio del direttore dell'intelligence nazionale Avril Haines. Il Wall Street Journal osserva inoltre che la conclusione del dipartimento dell'Energia deriva da nuovi dati di intelligence. Altri quattro dipartimenti statunitensi continuano a sostenere che l'epidemia di coronavirus sia stata probabilmente il risultato di una trasmissione naturale del virus. Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha detto che "non c'è una risposta definitiva" alla domanda sull'origine del Covid e se ci saranno nuove informazioni, le condivideremo con il Congresso e con il popolo americano”.